CORONAVIRUS FASE 2: IL CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO E IL BONUS BABY SITTER
Gentile Avvocato, con l’avvio della FASE 2 pare che ci sarà la graduale ripresa di tutte le attività ma non la riapertura delle scuole. Siamo genitori, entrambi lavoratori, di due bambini di 7 e 9 anni, come potremmo organizzare al meglio la nostra famiglia? Sono previste agevolazioni o bonus?”
In questi giorni ci stiamo tutti preparando alla tanto attesa “FASE 2” che dovrebbe prendere avvio dal prossimo 4 maggio. Questa fase dovrebbe prevedere la graduale ripartenza di tutte le attività produttive e il progressivo recupero di tutte le nostre abitudini quotidiane. Questa “riattivazione” deve tuttavia fare i conti, e di conseguenza coordinarsi, con l’importante decisione di non far rientrare i nostri studenti fra i banchi di scuola prima del prossimo settembre. Questa notizia, non ancora ufficializzata, ma più volte sostenuta dal Ministro dell’Istruzione Azzolina, non lascia chiaramente indifferente la maggior parte delle famiglie italiane, soprattutto quelle con bambini di età inferiore ai 12 anni. Si esclude la possibilità di affidare i nipotini alla cura dei nonni, che continueranno a essere “fascia protetta”, destinatari di tutte le precauzioni e le limitazioni del caso, per non vanificare gli sforzi e i risultati raggiunti fino a questo momento. I genitori, quindi, si domandano su quali strumenti potranno contare per l’adeguata gestione dei loro bambini costretti a rimanere a casa. Oggi a sostegno delle famiglie sono due le misure, alternative fra loro, previste dal D.L. “Cura Italia” e che l’INPS ha prorogato fino al 3 maggio:
◊ IL CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO: un nuovo strumento giuridico che consente alternativamente a entrambi i genitori lavoratori con figli di età inferiore ai 12 anni di godere, individualmente o in coppia, fino a 15 giorni al mese di permessi retribuiti al 50% dello stipendio. Unica condizione: che nel nucleo familiare non vi sia l’altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, oppure sia disoccupato o non lavoratore. Possono richiederlo anche i genitori dei figli dai 13 ai 15 anni, ma la retribuzione sarà pari a zero.
◊ BONUS BABY SITTER: che può essere utilizzato mediante il libretto famiglia, pari a 600 euro per i genitori lavoratori dipendenti di aziende private, autonomi o iscritti alla gestione separata Inps e 1000 euro per i genitori che lavorano come dipendenti per la Sanità, sia pubblica sia privata accreditata, così come per i dipendenti della Sicurezza, Soccorso pubblico e settore Difesa che vengono impiegati per particolari necessità legate all’emergenza coronavirus, per coprire un massimo di 60 ore. Già nel corso della “FASE 1” i genitori costretti a uscire per andare al lavoro hanno sperimentato l’inefficacia e la debolezza di questi due meccanismi. Infatti, oltre a essere messi di fronte alla scelta fra il ricorso a uno strumento invece dell’altro, devono fare i conti anche con il limite temporale in termini di fruibilità e godimento di queste misure a “sostegno” della famiglia. Innanzitutto, i giorni previsti per il congedo parentale straordinario sono solamente 15 e quindi la metà di quanto realmente dovrebbe essere necessario. I genitori, dunque, non sono messi nelle adeguate condizioni di poter organizzare i restanti giorni, perché da un lato hanno subìto la decurtazione del 50% dello stipendio mensile e dall’altro non è consentito loro di ottenere il “BONUS BABY SITTER”. A questo si aggiungono le difficoltà sia nel reperire una persona affidabile, sia nel lasciare per la prima volta i propri figli a uno sconosciuto e scelto nell’impeto dell’emergenza, sia le speculazioni che si potrebbero verificare in una situazione anomala come questa. Si spera, pertanto, che il decreto in arrivo possa essere uno strumento dalla portata più incisiva e che realmente potenzi il sostegno alle famiglie in aggiunta a quanto già in atto. Si è infatti parlato della possibilità di prevedere il raddoppio del congedo parentale straordinario che contempli altri 15 giorni oltre a quelli già previsti (con identici requisiti e modalità di richiesta) e un “BONUS FIGLI” che consiste in un aiuto economico mensile per i figli fino a 14 anni di età, con cifre che possono arrivare fino a 160 euro a figlio. Su proposta del Ministro per le pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti, questo contributo potrebbe essere fruito da aprile fino a dicembre incluso, ma l’importo mensile dovrebbe variare in base alle fasce di reddito. Pertanto, gentile Signora, ci auguriamo che la Sua più che lecita preoccupazione, condivisa da tantissimi genitori lavoratori, possa essere supportata da concreti interventi pubblici mirati finalmente al reale sostegno delle esigenze delle famiglie italiane, soprattutto di quelle con i figli più piccoli. Ma io non ci credo.
Di Daniela Caputo
Studio legale Bernardini de Pace