di Avv. Francesca Albi
“Ha 28 anni, frequenta ancora la triennale ma non pensa completamente ai libri. I presupposti per ridurre il mantenimento“.
Gentile Avvocato, mi chiamo Luca e sono il padre di Paola che attualmente ha 28 anni e frequenta (da fuori sede) la triennale di scienze politiche in una Università privata. Recentemente ho scoperto che mi ha mentito su moltissimi esami: mi diceva di averli superati quando in realtà non li ha mai sostenuti, per non parlare del fatto che è fuoricorso da oltre tre anni. Io e mia moglie siamo separati e mensilmente verso a mia figlia un assegno di mantenimento e sostengo tutte le spese scolastiche. Vorrei sapere da Lei: ci sono i presupposti per chiedere una riduzione dell’assegno di mantenimento di mia figlia dato che all’Università a non fa altro che bighellonare? Posso chiedere all’Ateneo il libretto di Paola anche se è ampiamente maggiorenne?
“A casa mia o si lavora o si studia”: quante volte avete sentito queste parole uscire dalla bocca dei vostri genitori? Ebbene, l’Italia è piena di “universitari a oltranza” ovvero di quei ragazzi che credono di poter rimanere a vita sui banchi di scuola senza subire alcuna conseguenza.
Di certo avrà sentito parlare della studentessa siciliana che ha inscenato la propria laurea: si è presentata in aula magna, insieme ad amici e parenti, fingendo con grande stupore che non fosse stata inserita tra i candidati in procinto di discutere la tesi. Il padre, all’oscuro di tutto, ha protestato a lungo nei corridoi dell’Ateneo, arrivando a minacciare il personale per la mancata proclamazione. Tuttavia, è bastata una breve indagine da parte dell’Università per scoprire che la giovane aveva sostenuto soltanto due esami in cinque anni. Un piano diabolico finito male!
Questo per dirLe che Lei, purtroppo, non è l’unico a essere vittima di figli che pensano di poter essere mantenuti a vita stando in panciolle sul divano senza impegnarsi per rendersi autonomi. Infatti, se è vero che il genitore separato è tenuto a contribuire alle spese di mantenimento del figlio – anche se maggiorenne, ma non ancora autosufficiente – è altrettanto vero che il disimpegno nello studio è giusta causa per chiedere al Giudice la riduzione o esclusione dell’assegno a favore del figlio svogliato.
Riguardo alla seconda domanda che mi pone, ovvero se Lei possa chiedere copia del libretto universitario di Paola, la risposta ci viene fornita da una recente sentenza emessa dal TAR Lazio. Il Tribunale ha stabilito che il padre separato ha diritto di accedere al curriculum di studi universitari del proprio figlio maggiorenne e, in particolare, agli atti relativi agli esami sostenuti e superati. Il ragionamento svolto dal TAR fa leva sul rapporto padre-figlio, disponendo che il padre ha nei confronti del figlio – sia pure maggiorenne – non solo dei doveri come quello di contribuire alle spese per gli studi universitari, ma anche dei diritti, compreso quello di conoscere gli elementi salienti della sua vita universitaria.
Ciò nel rispetto dell’art.30 della Costituzione che sancisce il diritto-dovere non solo di mantenere, ma anche di istruire ed educare i figli. Le dirò di più: il Tribunale ha anche escluso categoricamente che questi dati siano inerenti alla sfera personale dello studente e, quindi, sono rilasciabili anche senza il suo specifico consenso; a scapito della privacy dello studente/figlio.
Concludendo, Lei legittimamente potrà chiedere all’Ateneo di Paola il libretto universitario per verificare quanti e quali esami abbia effettivamente sostenuto; in seguito, se vorrà, potrà anche adire il Giudice al fine di ridimensionare o far revocare l’assegno che attualmente le corrisponde.