{"id":1398,"date":"2014-01-08T00:00:00","date_gmt":"2014-01-07T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2014\/01\/08\/non-serve-siamo-gia-iper-garantite-il-potere-sui-figli-e-gia-tutto-in-mano-alle-donne\/"},"modified":"2014-01-08T00:00:00","modified_gmt":"2014-01-07T23:00:00","slug":"non-serve-siamo-gia-iper-garantite-il-potere-sui-figli-e-gia-tutto-in-mano-alle-donne","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2014\/01\/08\/non-serve-siamo-gia-iper-garantite-il-potere-sui-figli-e-gia-tutto-in-mano-alle-donne\/","title":{"rendered":"Non serve, siamo gi\u00e0 iper-garantite. Il potere sui figli \u00e8 gi\u00e0 tutto in mano alle donne"},"content":{"rendered":"
La Corte Europea di Strasburgo ha imposto all’Italia di introdurre, entro tre mesi, un articolo di Legge, o di riformare quello in vigore, affinch\u00e9 i figli abbiano il diritto di ricevere anche o solo il cognome materno. Questa Corte, istituita nel 1959 dalla convenzione europea per la “salvaguardia dei diritti dell’uomo”, ha dato invece un altro carico da undici al potere che stanno ogni giorno di pi\u00f9 conquistandosi le donne, da quando \u00e8 diventato legge operativa il principio costituzionale della pari dignit\u00e0 giuridica dei sessi.,E’ vero che la disciplina italiana dell’attribuzione del cognome al figlio si discosta da quella degli altri paesi europei; \u00e8 vero che pu\u00f2 apparire retaggio della desueta visione patriarcale della famiglia; \u00e8 vero anche che contrasta apertamente con gli articoli 2 e 3 della Costituzione, perch\u00e9 viola il diritto all’identit\u00e0 personale del cittadino di vedersi identificato con entrambi i rami genitoriali e perch\u00e9 non solo contrasta con il diritto di uguaglianza e pari dignit\u00e0 sociale dei genitori nei confronti dei figli, ma anche con il diritto di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi.,Dunque, su queste premesse incontestabili, bene ha fatto la corte a condannare l’Italia. Tuttavia, pensiamo allo strapotere della donna nella relazione sessual – sentimental \u2013 procreativa con l’uomo e chiediamoci perch\u00e9 non si provveda con urgenza a “salvaguardare l’uomo”, pi\u00f9 ancora dei suoi diritti, dall’evidente discriminazione e debolezza personale che ne emerge. E’ la donna, infatti, che decide \u2013 ovviamente in un rapporto normale e non di violenza \u2013 se e quando generare un figlio; se assumere o no la pillola; se dire la verit\u00e0 in proposito; se far riconoscere, e quando nel tempo, il figlio dal padre; se abortire, fare la madre, a tempo pieno o ridotto, o dare il figlio in adozione non riconoscendolo alla nascita. E tutto questo anche contro la volont\u00e0 del malcapitato padre. Il quale sventurato, anche dopo vent’anni, pu\u00f2 essere chiamato in Tribunale per riconoscere un figlio di cui mai ha saputo l’esistenza e, se rifiuta la prova del DNA, essere dichiarato padre in nome della legge, regalare il proprio cognome, pagare gli arretrati del mantenimento, rivedere il proprio asse ereditario, e risarcire il figlio dell’affetto non profuso nel tempo dell’inconsapevolezza.,In conclusione, cara Corte a salvaguardia dei diritti dell’uomo, prima di prescrivere nuove leggi, non sar\u00e0 il caso di valutare come funzionano quelle esistenti? Se il diritto dei figli alla bigenitorialit\u00e0 vale per il cognome, perch\u00e9 non dovrebbe valere quando la madre decide di non far nascere un bimbo che il padre vorrebbe vivo? E perch\u00e9 una madre pu\u00f2 rivelare il padre al figlio, impunemente dopo vent’anni di monogenitorialit\u00e0, e il Tribunale le da sempre ragione? Perch\u00e9 la legge evidentemente non \u00e8 uguale per tutti e i diritti pesano ormai a favore delle donne. A tal punto, che hanno perfino rotto i cognomi.,Annamaria Bernardini de Pace,<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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