{"id":1411,"date":"2012-12-29T00:00:00","date_gmt":"2012-12-28T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/12\/29\/il-divorzio-costa-al-cav-quanto-de-benedetti\/"},"modified":"2012-12-29T00:00:00","modified_gmt":"2012-12-28T23:00:00","slug":"il-divorzio-costa-al-cav-quanto-de-benedetti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/12\/29\/il-divorzio-costa-al-cav-quanto-de-benedetti\/","title":{"rendered":"Il divorzio costa al Cav quanto De Benedetti"},"content":{"rendered":"
I giudici della separazione giudiziale hanno il potere di decidere solo sul collocamento dei figli minori dei coniugi, sull’assegnazione della casa coniugale, sugli assegni di mantenimento e sulla responsabilit\u00e0 di chi ha provocato la frattura coniugale. Oltre che, naturalmente, sulla pronuncia di separazione personale. Non hanno alcuna voce in capitolo sul patrimonio. Sulle restituzioni di beni o denaro o su qualsiasi altra rivendicazione i coniugi abbiano reciprocamente. Questa premessa per chiarire che nella vicenda Bartolini\/Berlusconi, una volta rinunciata dalle parti la reciproca domanda di addebito della responsabilit\u00e0 (come \u00e8 possibile fare in qualsiasi momento del processo e come le parti in questione hanno deciso d’accordo di concludere), il collegio dei tre giudici non aveva altra decisione da prendere che quella sul diritto all’assegno della moglie e sul suo ammontare. Ha diritto all’assegno di mantenimento (non “alimentare” come molti, sbagliando, si ostinano a definirlo) il coniuge non responsabile della rottura del rapporto e non in grado di condurre con i propri redditi lo stesso stile di vita assicuratogli dall’altro durante la convivenza matrimoniale. Il tenore di vita, provato e documentato in giudizio, \u00e8 dunque il criterio di valutazione per determinare l’assegno periodico a favore del coniuge pi\u00f9 debole economicamente. Dunque non “povero” o bisognoso, ma nell’incapacit\u00e0 di mantenersi come prima della separazione, cio\u00e8 di condurre la propria vita in rapporto alle possibilit\u00e0 economiche e al contesto sociale della famiglia unita. E questo perch\u00e9 l’assegno di mantenimento non ha solo natura assistenziale, cio\u00e8 la funzione di sostegno economico, ma \u00e8 espressione della solidariet\u00e0 coniugale. Di quell’obbligo cio\u00e8, che si assume con il matrimonio, di condividere con il coniuge le fortune e le sfortune della vita. Accertato, dunque, il tenore di vita, il giudice deve verificare che il coniuge pi\u00f9 debole, che lo richiede, non abbia propri adeguati redditi a conservarlo. Infatti la concreta disparit\u00e0 economica tra le parti \u00e8 un ulteriore elemento di valutazione per decidere se c’\u00e8 il diritto all’assegno. L’et\u00e0 di chi lo richiede, le sue eventuali potenzialit\u00e0 lavorative, la durata del matrimonio costituiscono altrettanti metri di valutazione. Se un collegio di tre giudici ha studiato per oltre tre anni documenti e argomentazioni relativi allo stile di vita dei coniugi Berlusconi, e poi ha deciso che la moglie ha diritto di avere tre milioni di euro al mese dal marito, deve avere per forza verificato che la famiglia conduceva un tenore di vita di circa cento milioni l’anno. Infatti non bastano i 48 milioni di reddito annuo dichiarati da Berlusconi per giustificare un assegno cos\u00ec alto. Probabilmente egli avr\u00e0 altri utili a tassazione separata, derivanti dalle diverse societ\u00e0, e consistenti frutti dai suoi sicuri molteplici investimenti. E’ vero per\u00f2 che l’assegno periodico \u00e8 soggetto a tassazione e, dunque, dei 36 milioni di euro l’anno saranno reddito disponibile della fortunata futura ex moglie circa 18 milioni, cio\u00e8 1 milione e mezzo di euro al mese, quindi 50 mila euro al giorno. Un vero problema per Miriam \u2013 Veronica. Come e dove e quando si riescono a spendere duemila euro all’ora, comprese quelle notturne? Forse la Signora potrebbe “salire” in politica e risanare il bilancio di qualche piccolo Comune prediletto. Ma potrebbe anche scrivere un bel romanzo, poich\u00e9 si trova nelle condizioni ideali auspicate da Virginia Woolf: “una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per s\u00e9 se vuole scrivere romanzi”. Da parte sua Berlusconi avr\u00e0 certamente calcolato che la moglie gli costa pi\u00f9 o meno quanto De Benedetti: se per i prossimi trent’anni circa deve pagare 36 milioni di euro all’anno a Veronica, le dovr\u00e0 versare pi\u00f9 o meno un miliardo di euro. Poich\u00e9 l’assegno periodico \u00e8 deducibile dall’imponibile dichiarato, per\u00f2, Berlusconi avr\u00e0 avuto un costo effettivo di circa mezzo miliardo di euro. A De Benedetti ne ha dati 540 milioni \u2026 Intanto Berlusconi, fino a oggi, pagava le imposte irpef per circa 22 milioni l’anno sui 48 dichiarati. Dall’anno prossimo, dedurr\u00e0 i 36 milioni di Veronica dal suo reddito e pagher\u00e0 le tasse “solo” su circa 12 milioni. Sar\u00e0 un problema per il nostro debito pubblico? Sar\u00e0 colpa di Berlusconi, se aumenter\u00e0? Staremo a vedere. I problemi non sono ancora terminati. C’\u00e8 il divorzio, che si potr\u00e0 chiedere individualmente o congiuntamente non appena la sentenza di separazione passer\u00e0 in giudicato. Sono infatti trascorsi oltre tre anni dall’udienza in cui le parti sono comparse davanti al presidente ed \u00e8 da quella data che decorrono i tre anni per il divorzio. A quel punto il problema economico si pu\u00f2 risolvere, d’accordo, con il versamento di una cifra in un’unica soluzione (e potrebbero essere quei cinquecento milioni di euro!) non deducibile fiscalmente e nemmeno soggetta a tassazione. Oppure con la conferma dell’assegno. A meno che non ci sia prima l’impugnazione in appello, per ridurre la cifra. Ma forse, caro Silvio, non ne vale la pena: credo che Lei tenga a Veronica pi\u00f9 che a Carlo De Benedetti. Entrambi sono diventati un incubo e Le stanno togliendo il sonno, ma almeno, con Veronica, ha dormito felice pi\u00f9 di vent’anni.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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