{"id":1420,"date":"2012-08-08T00:00:00","date_gmt":"2012-08-07T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/08\/08\/lultima-moda-fare-la-mamma-e-piu-onorevole\/"},"modified":"2012-08-08T00:00:00","modified_gmt":"2012-08-07T22:00:00","slug":"lultima-moda-fare-la-mamma-e-piu-onorevole","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/08\/08\/lultima-moda-fare-la-mamma-e-piu-onorevole\/","title":{"rendered":"L’ultima moda: fare la mamma \u00e8 pi\u00f9 Onorevole"},"content":{"rendered":"

Pu\u00f2 una donna “avere tutto”<\/em>, cio\u00e8 fare carriera e gestire la famiglia e la maternit\u00e0? Ad Anne\u2013Marie Slaughter, professore di scienze politiche a Princeton, che ne sostiene l’impossibilit\u00e0, e dunque la necessit\u00e0 di scegliere, risponde la giornalista dell’Indipendent Laurie Penny affermando che le donne non hanno alcuna possibilit\u00e0 di scelta, perch\u00e9, per loro, la libert\u00e0 personale non ha lo stesso significato che ha per gli uomini. Nel concreto, una parlamentare del partito conservatore britannico, Louise Mensch, si dimette dal suo seggio perch\u00e9 sposata con un impresario musicale che vive a New York e, avendo tre figli piccoli, trova troppo complicato organizzare la sua vita. Dice di avere preferito la famiglia, contro la possibilit\u00e0 della politica, anche Marilena Parenti, prima dei non eletti del PD a Montecitorio e chiamata da Franceschini a sostituire un deputato designato a un altro incarico. Rifiuta quindi il seggio a Montecitorio, decidendo di vivere a Londra dove ha lavoro, marito e figlio in arrivo. A parte il malizioso sospetto che una legislatura destinata a finire nel prossimo marzo non pu\u00f2 gratificare nessuno in nessun modo, pu\u00f2 essere anche vero che le donne, a un certo punto della vita, si trovino a un bivio decisionale, che impone loro di rinunciare a qualcosa o di non volere accollarsi sacrifici pesanti per tenere tutto. Tuttavia, la coincidenza che siano due donne a rinunciare alla politica, dopo che tanto hanno fatto per arrivare nei luoghi di potere, deve far riflettere. Delle due l’una: o \u00e8 possibile che le donne in politica non siano prese sul serio, come dice la Mensch, o \u00e8 possibile che le donne siano le prime a percepire la non appetibilit\u00e0 del ruolo politico. In particolare donne che respirano l’aria anglosassone, da sempre anticipatrice di fenomeni che poi diventano internazionali (dalla musica dei Beatles ai patti prenuziali). Ebbene, a mio parere c’\u00e8 una parabola discendente, in caduta libera quasi, del decoro sociale di un qualsiasi deputato, dovunque si trovi nel mondo. Dallo sfolgorio della carica, che portava onore, privilegi, tessere, pensioni rapide, importanti riconoscimenti economici e sociali, si \u00e8 passati quasi alla vergogna di essere un deputato: il parlamento conta meno del potere esecutivo; degli onorevoli si parla ormai come di parassiti, ladri, sfruttatori, corrotti; tessere e privilegi sono destinati a scomparire. E’ una logica conseguenza della caduta d’importanza dei partiti; prima del crollo del muro di Berlino, avevano la funzione di coagulare gli interessi di classe e la loro forza stava nella contrapposizione manichea delle idee, ma anche nell’onore di sostenerle. Dopo i compromessi storici, le convergenze parallele, e il consociativismo e le attuali larghe intese, il sistema ha perso la sua forza. Le diverse realt\u00e0 sono praticamente indistinte e c’\u00e8 una minima differenza tra le parti in opposizione; in conclusione, il parlamento non \u00e8 pi\u00f9 luogo del decoro. Tantomeno del potere, che \u00e8 riservato all’esecutivo se non alle grandi istituzioni bancarie. Perso dunque il ruolo di centralit\u00e0 del partito, persi tutti i privilegi simbolici ed economici dello status, l’essere deputato non \u00e8 pi\u00f9 un oggetto del desiderio, non \u00e8 pi\u00f9 “onorevole”<\/em>; non c’\u00e8 pi\u00f9 interesse all’ambita spilla di riconoscimento; per nessuno che non sia mediocre e incapace di una propria autonomia produttiva. Ecco, allora, che le donne rappresentano il termometro di un fenomeno che a breve si definir\u00e0 storico. Le donne sono meno narcise degli uomini, pi\u00f9 concrete e articolate; sanno usare i piatti della bilancia; checch\u00e9 dicano le Slaughter e le Penny, sanno scegliere bene tra un’ipotesi d’onore, che tale non \u00e8 pi\u00f9, e un buono stipendio, un marito ricco o il fiore all’occhiello della maternit\u00e0. Tramontata la vanit\u00e0 e l’opportunit\u00e0 economica e sociale del ruolo di deputato, non \u00e8 per nulla difficile rinunciarvi, avendo a disposizione un’alternativa decente. Non trascurerei, dunque, l’aspetto sintomatico di queste scelte femminili, che tanto turbano le donne stesse e provocano sarcasmi maschili. Siamo in un’epoca di transizione e confusione. Persino gli economisti si affannano a spiegarci che cosa \u00e8 accaduto, ma sono totalmente incapaci di prevedere o di scongiurare ci\u00f2 che avverr\u00e0. Il nostro parlamento (ma anche altri europei) sta naufragando nella vergogna e nell’inutilit\u00e0, come ha detto persino Monti, salvo ritrattare. Il diventare deputato, dunque, consente solo l’inserimento in una categoria sociale privata dell’onore e senza riverberi positivi. Vogliamo ancora credere che il rifiuto del seggio da parte di queste donne sia una scelta residuale da donnette, oppure cominciamo a pensare che le donne abbiano un’intelligenza istintiva ed emotiva superiore a quella degli uomini? Meglio “onorevole”<\/em>, oppure mamma, moglie, professionista, impiegata onorevole?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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