{"id":1428,"date":"2012-04-30T00:00:00","date_gmt":"2012-04-29T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/04\/30\/rosi-troppo-maschia-per-fare-la-femminista\/"},"modified":"2012-04-30T00:00:00","modified_gmt":"2012-04-29T22:00:00","slug":"rosi-troppo-maschia-per-fare-la-femminista","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2012\/04\/30\/rosi-troppo-maschia-per-fare-la-femminista\/","title":{"rendered":"Rosi, troppo maschia per fare la femminista"},"content":{"rendered":"

Cara Rosi Mauro, Non ne farei una battaglia femminista. Tantomeno femminile. Difendersi affermando “E’ facile attaccare una donna”, non \u00e8 credibile. E sa di antico. Di tinello. Per quanto si viva in un mondo ancora maschilista, la cui deriva non risparmia la politica. Soprattutto se la donna, che si dichiara vittima della persecuzione, \u00e8 Lei, che ha mostrato, con asciuttezza e determinazione, di non voler esprimere la specificit\u00e0 del DNA muliebre. Anzi. Si dice della Sua durezza comportamentale, si favoleggia di amanti pi\u00f9 giovani, si sussurra del gusto di un potere abusato. Caratteristiche molto maschili che, per esempio, mai sono state applicate ad altre donne della politica. Tantomeno alle ministre del precedente governo che, invece, sono state avversate per la loro eccessiva femminilit\u00e0, nel tentativo di oscurarne le obiettive competenze. Questo \u00e8 il vero maschilismo, cio\u00e8 l’attacco indiscriminato di genere. Il trattamento della donna non come cittadina che gode degli stessi diritti civili, politici e sociali di un uomo, bens\u00ec come un essere dedicato all’uomo. Per esempio, nell’antica Grecia le donne erano catalogate come mogli e il loro ruolo era esclusivamente quello di educare la prole legittima; oppure come concubine, se soddisfacevano stabilmente le esigenze sessuali di un maschio; o ancora come compagne (le etere) se si occupavano di intrattenere gli uomini con leggiadre conversazioni; c’erano anche le prostitute, libere professioniste del sesso a tempo, ma ultime nella scala sociale. Nessuna di queste posizioni era per\u00f2 oggetto di legislazione o di interesse politico. Oggi, tutti questi ruoli si sono rivoluzionati, spesso mescolati, e a volte si ritrovano tutti insieme in una sola donna. E, comunque sia, non c’\u00e8 femmina, qualunque cosa faccia, o dica di fare, che, dopo secoli di lotte sociali e domestiche per la parit\u00e0 e la conquista dei diritti fondamentali, oggi non goda della pi\u00f9 piena e ampia tutela giuridica. Dunque, se ancora esistono i beceri maschilisti, nella politica come nel giornalismo, nell’avvocatura e nella magistratura, perch\u00e9 molti uomini fanno ancora fatica ad aprire gli occhi, a capire e a spazzolarsi via la muffa del tempo, noi donne non dobbiamo cadere nella trappola che, alla fine, ci rende vittime di noi stesse. E’ troppo semplice e scontato attaccare dicendo che \u00e8 il maschio che vuole umiliarci, e poi, come corollario, anche piangere. Pu\u00f2 essere vero che l’uomo spesso ci denigra per umiliarci, nella sempiterna lotta di potere tra i sessi, ma non dobbiamo usare i suoi argomenti per tentare di smentirli, bens\u00ec provare la verit\u00e0 dei fatti, che ci scagionano. Tuttavia, se la donna ha ottenuto il rispetto sociale, perch\u00e9 ha finalmente acquisito i diritti civili, deve lei stessa personalmente, ogni donna, essere meritevole di quel rispetto. Con il proprio fare, la competenza, le parole che dice. La dignit\u00e0, che \u00e8 riuscita a capitalizzare, spesso con fatica, nella sua storia di vita e che non \u00e8 mai un accessorio collegato al diritto conquistato. N\u00e9 un beneficio regalato dalla funzione sociale o politica che svolge. Se Lei, cara Rosi Mauro \u2013 presidente di un sindacato, oltre che vice-presidente del Senato, con un’intensa storia politica di consigliere comunale e regionale, e dunque dopo aver gi\u00e0 dato prova di coraggio e di tenacia \u2013 non invoca questa storia, per difendersi, bens\u00ec la Sua, peraltro trascurata, femminilit\u00e0, mi \u00e8 caduta nel tranello dei maschilisti. E rischia il rogo come le streghe, invise ai maschi solo perch\u00e9 femmine non assoggettabili e del tutto ingovernabili. Invece, l’unica difesa, strategicamente efficace e sicuramente vincente, da quello che Lei considera giustizialismo maschilista, \u00e8 dimostrare, carte alla mano, che non ha usato per s\u00e9 i soldi degli elettori, che non \u00e8 complice di nessuno che l’abbia fatto, che non \u00e8 mai scesa a compromessi tra l’ideale e il denaro. Anche a costo di svelare, oltre ai Suoi, i segreti degli altri. Mi \u00e8 piaciuto molto il Suo “non mi dimetto”, anche se glielo aveva chiesto il capo. Questa \u00e8 la dignit\u00e0; che per\u00f2 merita la controprova della trasparenza assoluta, insindacabile e documentata, dei Suoi comportamenti oggi criticati. Non \u00e8 ammissibile appellarsi alla dignit\u00e0 generica e generalizzata solo perch\u00e9 si \u00e8 donna: come la responsabilit\u00e0 penale, anche la dignit\u00e0 \u00e8 un fatto individuale. Deve essere cos\u00ec solida da superare ogni ragionevole dubbio. Dei maschi e delle femmine. Cara Rosi Mauro, accolga dunque l’invito di Kant, per il quale \u00e8 un dovere rispettare e far rispettare la propria dignit\u00e0. Rifiuti di sottostare all’idea, che si \u00e8 purtroppo fatta, della strumentalizzazione sessista; non cerchi il nemico da combattere; non inalberi bandiere scolorite, ma dia prova di sapere che cosa vuol dire tutela giuridica dei diritti e garanzia del diritto di difesa. Senza dei quali, anche le parole perdono la dignit\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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