{"id":1465,"date":"2011-04-30T00:00:00","date_gmt":"2011-04-29T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2011\/04\/30\/miss-middleton-la-principessa-che-piace-a-chi-detesta-cenerentola\/"},"modified":"2011-04-30T00:00:00","modified_gmt":"2011-04-29T22:00:00","slug":"miss-middleton-la-principessa-che-piace-a-chi-detesta-cenerentola","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2011\/04\/30\/miss-middleton-la-principessa-che-piace-a-chi-detesta-cenerentola\/","title":{"rendered":"Miss Middleton la principessa che piace a chi detesta Cenerentola"},"content":{"rendered":"

Finalmente Cenerentola spos\u00f2 il principe e vissero tutti felici e contenti. Felici e contenti? Tutti? La favola \u00e8 tale, solo perch\u00e9 non conosciamo il contenuto delle pagine successive. E nella storia di Cenerentola c’erano gi\u00e0 gli ingredienti per immaginare il seguito non del tutto idilliaco: lei cresciuta nel suntuoso ruolo di vittima consapevole, disposta a ramazzare pavimenti e a servire le arcigne sorelle tra urla e dispetti; lui atletico e feticista, capace di riconoscere nel piedino di Cenerentola la forza erotica del maschio nobile. Pochi anni; forse qualche figlio a risvegliare intensamente la volont\u00e0 di sacrificio e accudimento di Cenerentola, tale da farla abbrutire nella devozione della famiglia; poi, come da ineluttabile copione, il Principe si sarebbe annoiato. Il suo erotismo sarebbe stato progressivamente pi\u00f9 solleticato dai piedini delle damigelle, se non dalle sadiche provocazioni delle cognatastre. Cenerentola avrebbe appreso con stupore gli inganni, ma avrebbe continuato ad accettarli perch\u00e9 convinta che l’amore sia sacrificio, la famiglia sacra, il marito incontinente, ma bisognoso solo dell’amore (mortifero) di sua moglie. Naturalmente la Fata della Zucca si sarebbe data per dispersa, certa che dalla magia pu\u00f2 nascere l’amore, ma dal tradimento \u00e8 impraticabile qualsiasi resurrezione. Un abile avvocato divorzista avrebbe poi combattuto per l’assegnazione del castello a lei, parte debole e madre affettuosa, mentre il suo, altrettanto abile avversario, avrebbe fatto valere l’ignavia sessuale di Cenerentola e avrebbe fatto passare le scorribande carnali del Principe come legittima difesa a fronte della offensiva trascuratezza muliebre. Difficile conoscere l’esito della causa, perch\u00e9 la Cassazione deve ancora decidere. Certo, non auguro a Will e Kate il percorso scontato e doloroso di tanti matrimoni. Anzi. Per\u00f2 si era gi\u00e0 sfruttato inutilmente il termine di favola per Diana, quando tutti ormai sappiamo quanto dolore e rabbia nascondessero i suoi sorrisi in giro per il mondo. Fatto sta che Kate, pur bellissima, ha la faccia da prepotente, abile, intelligente. E Will appare come un orsacchiotto, buono e festoso. Kate se l’\u00e8 preso. L’ha voluto, l’ha incantato, l’ha lasciato, l’ha ripreso. Non ha sbagliato un gesto. Ha modulato vestiti, comportamenti, dimagrimenti, sorrisi e corrucci in funzione delle reazioni che pretendeva avesse Will ogni volta. Ha tracciato la mappa del proprio territorio emotivo, e l’ha chiamato all’inseguimento; lanciandogli tuttavia razzi luminosi ogni volta che lui perdeva la strada. Del resto lei \u00e8 laureata in arte, lui in geografia. In amore vince chi fugge, soltanto se il “chi” \u00e8 in grado di lasciare orme ben visibili. E Kate sa tracciare orme molto artistiche. Da gran regista qual \u00e8, sapr\u00e0 diventare anche regina. Non senza, magari, trasformare in attori protagonisti anche i comprimari che ha voluto al suo matrimonio: la sorella Pippa e il cognato Henry. Tenera e profonda l’idea di onorare la fratellanza; ma il farli trovare entrambi sull’altare, l’una in abito bianco e l’altro in divisa, come gli sposi, sembra quasi essere un trailer della prossima puntata della real-fiction. Intervallato sulle televisioni di tutto il mondo, a volte dalle immagini della guerra in Libia, altre dai fedeli di Papa Wojtyla e persino da una specie di anatema dell’Onorevole Di Pietro, in questo spettacolo grandioso ed elegante, un po’ fuori tempo e un po’ fuori moda, \u00e8 emersa dall’elegantissimo e sensuale abito da sposa, la faccia di Kate in tutta la sua potenza. Lo sguardo attento e penetrante, la bocca sottile e volitiva, la mascella ferma nel trionfo. Regale, certo. Consapevole della ragion di Stato. Come anche della ragion di Kate. Molto pi\u00f9 di tante romantiche principesse, pateticamente luccicanti di lacrime invece che di potere. Questo stesso viso, privo delle ombre dell’incertezza, sovente io vedo nelle trentenni contemporanee. Non hanno dovuto combattere per nulla, non hanno mai avuto necessit\u00e0 di ribellarsi; le madri hanno evitato loro le frustrazioni che genitori rigidi e severi hanno profuso alla generazione precedente. Sono state abituate ad avere tutto. Sono ragazze, donne direi, che sanno ci\u00f2 che vogliono, ma soprattutto ci\u00f2 che non vogliono: stenti, sacrifici, attese, incertezze. Hanno tanta autostima, da potere persino essere fiere, a esempio, di fare la escort per mantenere la famiglia e comprarsi una borsa in pi\u00f9. I mariti di queste giovani donne sono tutti uguali: carini, educati, bonaccioni e adoranti. Un po’ come William, insomma. Quando si separano, sono i mariti che piangono, vorrebbero tenere i figli, sarebbero disposti a perdonare e ricominciare. Ma queste ragazze con la faccia un po’ cos\u00ec, come Kate, diversamente da Cenerentola, non sono disposte al compromesso e tantomeno alla replica in seconda serata: sono loro a dover manovrare la telecamera ed essere registe, protagoniste, sceneggiatrici ed entusiaste spettatrici di ogni film della loro vita. Tutti rigorosamente da Oscar.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Finalmente Cenerentola spos\u00f2 il principe e vissero tutti felici e contenti. Felici e contenti? Tutti? La favola \u00e8 tale, solo perch\u00e9 non conosciamo il contenuto delle pagine successive. E nella storia di Cenerentola c’erano gi\u00e0 gli ingredienti per immaginare il seguito non del tutto idilliaco: lei cresciuta nel suntuoso ruolo di vittima consapevole, disposta a … Leggi tutto<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[5],"tags":[17],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1465"}],"collection":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1465"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1465\/revisions"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1465"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1465"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1465"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}