Vieni via con me? Proviamoci. Pu\u00f2 essere interessante. In particolare sembra si parli del corpo delle donne, ed Emma Bonino ha sempre cose intelligenti da dire. La scenografia intanto incuriosisce: ampia, rossa e disseminata di microfoni. Tuttavia, dopo un po’, sembra solo provocatoria: tutti parlano, cantano, recitano elenchi, ma sempre con un tono di voce sommesso e dimesso. Facce di circostanza e movimenti a passetti veloci sulle punte, come in chiesa. Forse \u00e8 una metaforica bordata alla televisione urlata. E un po’ fa sorridere questo orpello ipocrita da salotto buono. E’ l’unico sorriso che pu\u00f2 suscitare la trasmissione. Infatti, travolti da una sequela di litanie lagnose, dolorose, inquietanti, progressivamente ci si pu\u00f2 trovare preda di violenti attacchi di claustrofobia. Saviano d\u00e0 il colpo di maglio magistrale, sfornando eco balle e spazzatura come se piovesse. Ha ragione nel mettere in luce la gravit\u00e0 e le cause di questo problema. E’ encomiabile la sua lotta frontale alla camorra. E’ lodevole la sua diligenza nell’andarsi a studiare tutte le carte dei relativi processi. Per\u00f2, ha un pensiero continuamente sinistro, parla con retorico populismo, emana disfattismo. Mai una parola positiva, un suggerimento, un’iniezione di intelligente costruttivit\u00e0. E’ sacrosanto informare raccontando, ma un minimo di pari opportunit\u00e0 nel dire il peggio che viviamo e come potremmo vivere il meglio, non sarebbe pi\u00f9 sano? Dopo che quasi ci potremmo tagliare le vene nel sapere che \u00e8 a rischio di cancro il mangiare la frutta cresciuta nei pressi di campi pattumierizzati (e che rischiamo anche da morti il riciclo delle nostre ossa nell’orto), siamo informati da Saviano che, per fare pulizia dei nostri rifiuti, ci vogliono 56 anni. Il che significa, per tutto il tempo che resta, continuare ad ascoltare il predicatore triste su questo tema. Il problema sar\u00e0 sempre pi\u00f9 grave, se nemmeno lui, che sa tutto, pu\u00f2 indicarci una soluzione. E’ una questione irresolubile. E, dunque, non ha davvero senso prendersela con Berlusconi, che, almeno in qualcosa, \u00e8 impotente; tanto da suscitare simpatia in chi generalmente lo invidia. Inoltre \u00e8 davvero insopportabile ascoltare uno che di mestiere fa lo scrittore, usare continuamente il verbo “sversare”. Che non esiste e non \u00e8 sinonimo di riversare. Lo Zingarelli 2010 cita esclusivamente “sversamento” (scarico abusivo di liquami) e “sversatoio” (vasca di raccolta). C’\u00e8 poi “sverzare” che vuol dire rompere in sverze (schegge). Dopo aver sentito almeno cinque volte pronunciare “sversare” da un celeberrimo e ricco scrittore, mi sono un po’ sverzata. Non abbastanza per non percepire lo snobismo di Renzo Piano che propone di fare il bene comune costruendo musei, scuole e sale concerti. Mi \u00e8 sfuggito “ospedali”. Pensavo di riprendermi con Guzzanti, che ha infilato, invece – ahim\u00e9 che spreco di intelligenza – una serie di battute una pi\u00f9 patetica dell’altra e persino pi\u00f9 noiose di quelle raccontate di Berlusconi (citato dal presunto comico sei volte; sedici volte il suo governo e i suoi ministri; una volta il Papa; una il PD; una Bersani; una la camorra; una il preservativo). Anche lo spazio di Emma Bonino \u00e8 stato sottotono e silente, come il programma impone: in una sagrestia a poco a poco affollata di donne (vere per\u00f2, non le solite sgallettate, e questo sarebbe stato un merito) si \u00e8 parlato del corpo femminile come di un campo di battaglia, del lavoro precario, nero e faticoso. Solo infelicit\u00e0, molestie, brutture; solo miserie di chi non ha diritti. A corollario, la tristissima canzone della Mannoia su una donna che vaga per la strada e non ha pi\u00f9 la voglia di fare la guerra. Meno male che in questa chiesa, affollata di preti, prefiche e chierichetti, c’\u00e8 stata l’irruzione del guerriero Maroni: un brevissimo momento di respiro, soddisfacente per tutti e sanamente concreto, per riprendersi dalle tetre onoranze funebri tributate all’Italia, alle donne, ai campi coltivati, al lavoro e alla cultura. E, su tutto, lo spirito mortifero di una mentalit\u00e0 assistenzialista, che pretende dallo Stato la soluzione di qualsiasi problema. Ma se ognuno dei sessantamilioni di italiani, o almeno quella met\u00e0 che segue questa trasmissione, invece di criticare e lagnarsi del fare altrui andasse a cercare dentro di s\u00e9 la voglia di fare, inventare, creare, produrre, cambiare, ciascuno personalmente? La dignit\u00e0 non sta nel raccontare il male, ma nel cercare di trovare il bene e provare a farlo. Dopo, forse, possiamo ragionare se venire via con te!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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