{"id":1490,"date":"2010-09-21T00:00:00","date_gmt":"2010-09-20T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/09\/21\/gli-stragisti-del-matrimonio-facile\/"},"modified":"2010-09-21T00:00:00","modified_gmt":"2010-09-20T22:00:00","slug":"gli-stragisti-del-matrimonio-facile","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/09\/21\/gli-stragisti-del-matrimonio-facile\/","title":{"rendered":"Gli stragisti del matrimonio facile"},"content":{"rendered":"

Ancora un padre separato, che ha ucciso la sua piccola figlia. Quasi ogni giorno in Italia c’\u00e8 una strage familiare. Nel 75% dei casi le vittime sono donne, nel 12% i figli, uomini gli altri. I presupposti, dichiarati o in seguito accertati, sono i conflitti. Culturali, generazionali, ereditari, coniugali. Il problema \u00e8 gravissimo, ma lo si affronta solo per inorridire al momento in cui scorre il sangue. Soprattutto quando \u00e8 di un bambino. I tromboni e i codini, ma soprattutto gli ipocriti, per l’ennesima volta diranno che le separazioni sono nefaste, che i bambini ci vanno sempre di mezzo, che la famiglia era una certezza quando non c’era il divorzio. Chiunque ci\u00f2 dir\u00e0, o solo penser\u00e0, potrebbe invece riflettere pi\u00f9 a lungo e analizzare queste continue tragedie da un’altra prospettiva. Sono i matrimoni, infatti, e le cosiddette unioni sentimentali e le improvvisate convivenze, che meriterebbero di essere analizzate e giudicate, per come si creano e si trasformano in brevissimi spazi di tempo. Negli ultimi venti anni, le relazioni tra uomini e donne sono profondamente cambiate. Cercate e vissute all’insegna della libert\u00e0 individuale. Il politicamente corretto \u2013 cancro comportamentale che ha intaccato il pensiero e la coscienza di molti \u2013 vieta che si indaghi in qualsiasi modo sulla storia personale e familiare di chi si incontra. Il politicamente scorretto obbliga, invece, quasi tutti a conoscere sessualmente chiunque solleciti i sensi; invece di approfondire \u2013 in via preventiva – il pensiero, i meriti, i valori praticati da chi si incontra. Per di pi\u00f9 oggi, oramai, chiunque decida di convolare a nozze, o a coabitazioni, non solo non chiede, ma rifiuta sdegnato qualsiasi consiglio della propria famiglia o degli amici. Anzi spesso si assumono decisioni in contrasto, cos\u00ec da affermare la propria libert\u00e0. L’amore, dai pi\u00f9, non \u00e8 considerato come espressione di solidi, profondi, verificati sentimenti da raccogliere insieme per costruire interessanti progetti di vita. Si confondono, infatti, le emozioni con i sentimenti, il momentaneo desiderio erotico con la definitiva scelta vitale. Dopodich\u00e9 ci si separa. Perch\u00e9, qualche tempo dopo, non si riesce a sopportarsi, giustamente, considerata la superficialit\u00e0 della scelta. Oppure perch\u00e9 si \u00e8 irresponsabili; o, ancora, perch\u00e9 dietro l’angolo c’\u00e8 sempre qualcuno pi\u00f9 interessante di chi si vede ogni mattina. Dunque, la separazione \u00e8, solo e semplicemente, un rimedio a una situazione negativa che gi\u00e0 c’era: o l’amore non c’era mai stato, oppure \u00e8 stato sperperato dall’incapacit\u00e0 di uno o di entrambi di coltivarlo. Se la separazione \u00e8 un rimedio, il danno \u00e8 rappresentato dall’unione sbagliata o rovinatasi nel tempo. Purtroppo la generazione dei trenta\/quarantenni, come sovente si dimostra incapace di costruire una relazione duratura, altrettanto spesso si rivela incapace di separarsi. Nonostante la separazione in s\u00e9 sia ormai considerata un evento “normale”, un fatto quasi fisiologico nella vita di coppia. Ci sono relazioni affettive patologiche, per\u00f2, che non riescono a interrompersi neppure con la separazione. I legami persistono con i dispetti, le vendette, gli inadempimenti, il conflitto giudiziario. I figli, che diventano corpi contundenti coi quali colpirsi reciprocamente a ogni incontro. I figli che diventano documenti umani della violenza. Fisica, psicologica, affettiva. La violenza che cresce dentro alla famiglia. Una famiglia che non sa pi\u00f9 svolgere il suo compito, di cura, educazione, contenimento, maturazione. Affettiva e sociale. Dietro le stragi ci sono s\u00ec, a volte, malattie psichiche non curate (e gi\u00e0 questa \u00e8 una colpa del nucleo familiare inefficiente), ma la maggior parte dei casi offre scenari apparentemente normali prima della tragedia. Tuttavia questi padri e madri autori del delitto pi\u00f9 atroce, nel tempo, prima di essere chiamati figlicidi, potevano forse essere riconosciuti come litigiosi, anaffettivi, freddi, perfidi, spietati, insensibili. Tuttavia hanno trovato qualcuno che li ha “amati”, che si \u00e8 fidato di generare un figlio con loro. Ma questo qualcuno si era mai interessato al racconto della loro vita? E la famiglia d’origine dell’omicida, nel non educare i figli alla relazione affettiva, nel non curarli se necessario, aveva mai pensato che \u2013 abiurando al proprio fondamentale ruolo \u2013 sarebbe stata complice dell’omicidio futuro di un nipotino? Fare una famiglia \u00e8 una scelta seria. Non \u00e8 un gioco, non \u00e8 un diritto, non \u00e8 una garanzia. I genitori devono avere spirito di servizio ed educare i figli ad affrontare la vita. Difficolt\u00e0, frustrazioni e malattie comprese. Non onorare il ruolo formativo genitoriale, vuol dire crescere individui intrisi di rabbia e infelicit\u00e0. Vulnerabili. Vittimisti. Intolleranti. Incapaci. Sia di costruire una famiglia, sia di gestire una separazione. Fino alla strage. L’impulso ad ammazzare i propri “cari”, nasce da disturbi dell’affettivit\u00e0. I pap\u00e0 e le mamme che uccidono i loro figli, per vendetta o per frustrazione, non sempre sono folli. Sempre, per\u00f2, sono figli di qualcuno che se ne \u00e8 disinteressato o li ha cresciuti abituandoli alla visione egocentrica e malata del mondo; nella quale gli altri servono a procurare solo piacere e non hanno nessun diritto. Neppure quello di vivere. Oggi, di fronte a questa ennesima sanguinosissima morte di una bimba, assumiamoci le nostre responsabilit\u00e0. Per spirito di solidariet\u00e0. Non \u00e8 il caso, quindi, di demonizzare genericamente le separazioni, non \u00e8 sufficiente mostrare sdegno e sgomento a ogni singolo episodio di assurda violenza. Dobbiamo capire, invece, perch\u00e9 ci sono tanti genitori disturbati; perch\u00e9 nessuno \u00e8 in grado di fermarli prima; da quali famiglie provengono; dove alligna il seme della violenza; quali sono gli strumenti che la societ\u00e0 ha a disposizione per informare le famiglie ed educarle a educare. Chi vuole formare una famiglia deve sapere che ambisce a una prestigiosa responsabilit\u00e0. Dunque, deve prepararsi; sapere scegliere; modificare le proprie personali aspettative; rispettare il proprio ruolo e i diritti degli altri; faticare e soffrire. Solo cos\u00ec potr\u00e0 interrompersi, un giorno, la catena generazionale della violenza.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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