{"id":1495,"date":"2010-08-20T00:00:00","date_gmt":"2010-08-19T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/08\/20\/quando-e-il-marito-ad-accasarsi\/"},"modified":"2010-08-20T00:00:00","modified_gmt":"2010-08-19T22:00:00","slug":"quando-e-il-marito-ad-accasarsi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/08\/20\/quando-e-il-marito-ad-accasarsi\/","title":{"rendered":"Quando \u00e8 il marito ad accasarsi"},"content":{"rendered":"

Entrambi ci occupiamo di coppie, entrambi siamo indispensabili alla coppia, ma c’\u00e8 una differenza tra me e un prete: lui d\u00e0 il via alla storia, io ne ratifico lo stop. Lui non sa come andr\u00e0 a finire, io so come \u00e8 cominciata e perch\u00e9 \u00e8 finita. Il prete \u00e8 la speranza, io sono la resa dei conti. Il prete declama, severo: “quello che Dio ha unito l’uomo non lo separi”; io, donna, separo invece coloro che non Dio, ma una donna ha unito. Mi sono convinta, infatti, dopo anni di navigazione dolorosa nei divorzi, che sono le donne a scegliere gli uomini che le sceglieranno e le sposeranno. Come sono le donne \u2013 almeno nel 75% dei casi \u2013 a decidere che da quegli uomini si vogliono separare. Lo dice l’Istat, ma lo posso confermare dalla mia trincea quotidiana. Ci\u00f2 che l’Istat ancora non dice, ma che io posso anticipare, \u00e8 come gli uomini affrontano il matrimonio e come e perch\u00e9 si arriva alla separazione. Dunque: un certo tipo di uomo, nello sposarsi, si comporta come se dovesse aprire una ditta. Il nome \u00e8 suo, cos\u00ec anche il capitale, il prodotto e l’avviamento. La moglie non conta se non perch\u00e9 \u00e8 strumento funzionale al raggiungimento dell’obiettivo. Fare figli e curare il magazzino, grate di avere un tetto e mangiare. Per questi mariti, la richiesta di separazione \u00e8 quasi uno scoop: non era stato messo in conto che la moglie avesse dei diritti, una identit\u00e0, dei bisogni. Anzi, in Tribunale si difendono dicendo di aver dato tanto, troppo e di essere a credito anzich\u00e9 soggetti di obbligazioni. Inconsapevoli della solidariet\u00e0 coniugale, delle obbligazioni economiche conseguenti, dei diritti a essere e ad avere che nascono dal matrimonio. Altri uomini affrontano il matrimonio come se dovessero fondare una societ\u00e0. E’, in fondo, la giusta normalit\u00e0. Alcuni di questi rispettano l’assegnazione di quote al 50%, consapevoli della parit\u00e0 giuridica dei coniugi; altri, invece, pretendono il 90% o si accontentano del 10%, a seconda del temperamento o del genere di donna dalla quale sono stati scelti. Le separazioni convalidano o rivoluzionano le percentuali che nel tempo si sono assestate. E, di conseguenza, capitale e responsabilit\u00e0 da spartire quando la societ\u00e0 viene liquidata. Anche questi, in corrette proporzioni a seconda del carattere della moglie che, se remissiva, subisce, se appagata conferma, ma che strepita e si vendica fino alla disfatta del marito se frustrata e rancorosa. Ci sono poi gli uomini che considerano l’unica famiglia degna di onore la propria di origine. Dalla quale non intendono staccarsi. La moglie, pertanto, viene da loro trattata alla stregua di una sorta di annessione alla societ\u00e0 principale, una specie di succursale. Una filiazione della casa madre, destinata, appunto, nella sua unica funzione di fattrice, a fare figli per accrescere l’importanza e la diffusione del marchio di fabbrica. Non vi posso dire la tragedia, quando la moglie non ne pu\u00f2 pi\u00f9 e vuole uscire dalla claustrofobica situazione per riappropriarsi di una propria e singolare vita: il marito la giudica un’ingrata e vorrebbe punirla, ma, nello stesso tempo, non pu\u00f2 pensare di far fallire un’agenzia, emanazione della societ\u00e0 capogruppo; dunque, le trattative per l’accordo economico sono estenuanti e all’insegna del principio “il bilancio continuo a controllarlo io”. Purch\u00e9 il marchio mantenga la sua forza, il marito ceder\u00e0 sulla quantit\u00e0 di denaro, ma non sull’amministrazione e il controllo contabile. Ci sono infine uomini che, dopo essere stati con lungimiranza scelti da un’intera e organizzatissima famiglia, vengono puntigliosamente sedotti dalla delegata e abile nubenda, per essere poi fusi per incorporazione nella solida societ\u00e0 familiare della moglie. La potentissima holding non offre, da quel momento, alcuna chance operativa al malcapitato. Che \u00e8 costretto a diventare orfano della propria originaria famiglia. Egli, convinto della bont\u00e0 dell’affare, si consegna beotamente all’amministratore delegato (la moglie), segue diligentemente i suggerimenti del direttore commerciale (un familiare di lei) e paga rispettosamente le note del direttore finanziario (un altro familiare). Incorporato e fuso com’\u00e8, in pratica un servo muto, non ha pi\u00f9 la visione obiettiva delle operazioni societarie e non chiede il rendiconto dei suoi investimenti personali. Ha la sensazione di essere trattato come il presidente del gruppo, finch\u00e9 non deflagra, improvvisa e inaspettata, la richiesta di separazione. Che tale non \u00e8, manifestandosi invece in un vero e proprio ripudio dell’inglobato. Eppure, la confusione del nostro \u00e8 tale che egli, pur rendendosi finalmente conto di non essere stato mai il presidente dell’azienda-famiglia, pur avendo qualche dubbio sul fatto che la moglie possa aver equivocato tra matrimonio e patrimonio, pur giustificando con la solidariet\u00e0 familiare il comportamento compatto e famelico dei congiunti, pur essendo di colpo stato espulso dalle case e dagli affari di famiglia, \u00e8 portato ad apprezzare il comportamento della consorte. Che, diversamente dalle mogli degli amici, non pretende alcun assegno di mantenimento, purch\u00e9 egli veda i figli \u2013 l’unico bene rimastogli – secondo un calendario risicato da lei predefinito. Anzi, prescritto dallo statuto dell’impresa familiare nel caso, certissimo, di espulsione dell’intruso finanziatore a perdere. Ebbene, quel prete, con quegli sguardi severi e minacciosi nella mia direzione quando declama la famosa frase sull’uomo che non separi ci\u00f2 che Dio unisce, \u00e8 proprio convinto di non dover fare sciogliere neppure queste associazioni a delinquere, nelle quali uomini e donne sono vittime di un crimine organizzato?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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