{"id":1506,"date":"2010-07-02T00:00:00","date_gmt":"2010-07-01T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/07\/02\/violenza-sulle-donne-lo-stato-chiude-gli-occhi\/"},"modified":"2010-07-02T00:00:00","modified_gmt":"2010-07-01T22:00:00","slug":"violenza-sulle-donne-lo-stato-chiude-gli-occhi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/07\/02\/violenza-sulle-donne-lo-stato-chiude-gli-occhi\/","title":{"rendered":"Violenza sulle donne? Lo Stato chiude gli occhi"},"content":{"rendered":"

Il punto cruciale \u00e8 che c’\u00e8 scarsa, scarsissima, sensibilit\u00e0, da parte delle istituzioni, per tutto ci\u00f2 che riguarda le vicende familiari. Lo Stato \u00e8 invasivo, al limite dell’insopportabile, quando si tratta di punire una famiglia (per esempio strappando il figlio a una famiglia conflittuale o non assentendo a un’adozione); \u00e8 del tutto latitante quando, invece, dovrebbe impegnarsi a prevenire quelle che poi si rivelano autentiche tragedie. Nessuno pu\u00f2 immaginare quante denunce connesse a rapporti familiari vengano trascurate, archiviate o rimesse. Magistrati e forze dell’ordine fanno, troppo spesso, i preti che mediano inutili e ipocriti accordi pseudopacificatori: dovrebbero invece onorare il loro ruolo, anche, cercando di capire che, la maggior parte delle volte, la vittima ritira la denuncia perch\u00e9 \u00e8 ricattata dal violento o dal persecutore. L’ultimo pluriassassino, in ordine di tempo, aveva precedenti penali per minacce e danneggiamenti, era stato denunciato dalla vittima e da altre per una decina di volte. Chi, sapendo, ora si deve sentire corresponsabile dei suoi due sanguinari e mostruosi omicidi? Certamente, anche chi \u00e8 pagato per prevenire, fermare, giudicare la violenza e non l’ha fatto. Per incuria, incapacit\u00e0, cinica indifferenza. Eppure le leggi ci sono. Ma restano inapplicate. A Milano, in verit\u00e0, c’\u00e8 un efficiente “pool familiare” ben coordinato tra polizia e procura: il personale \u00e8 stato appositamente formato a comprendere e gestire al meglio i patologici rapporti interfamiliari. Dunque, chi ne \u00e8 investito, di volta in volta sa comprendere, soprattutto in caso di stalking, se c’\u00e8 il rischio della ripetizione pi\u00f9 grave del reato e, di conseguenza, agisce con la rapidit\u00e0 e la concretezza indispensabili in questi casi. Quasi sempre e con un po’ di stalking da parte dell’avvocato, per\u00f2\u2026 Gli strumenti giuridici ci sono e, se non sono attivati dai legali esperti, vengono suggeriti alle vittime dai poliziotti e dagli agenti scrupolosi: chi \u00e8 vittima di violenza pu\u00f2 richiedere l’ammonimento del Questore al denunciato, ma anche misure protettive diversamente modulate, dal divieto di incontro e di contatti con luoghi e pertinenze della vittima, all’obbligo di dimora, fino agli arresti domiciliari. In via preventiva, per\u00f2, senza aspettare la tragedia quasi sempre annunciata. Se la vittima \u00e8 costretta a difendersi da sola, a modificare le proprie abitudini di vita, a vivere nell’ansia e nel terrore, il reato di stalking \u00e8 gi\u00e0 in atto e gi\u00e0 provato: se chi deve agire non lo fa, \u00e8 colpevole lui stesso; se non di stalking, quantomeno di omissione di atti d’ufficio. Intanto. Siamo circondati dalla violenza, soprattutto all’interno delle mura domestiche: molestie, maltrattamenti, crudelt\u00e0 mentale, aggressioni morali, fisiche e specificamente sessuali, minacce, terrorismo psicologico, sadismo comportamentale. La vittima spesso non la riconosce, poi se ne vergogna, nel frattempo ne diventa dipendente o ha paura del persecutore. Si fa presto ad arrivare al crimine, quando l'”amore” \u00e8 malinteso, delirante, ossessivo e non accetta la frustrazione del rifiuto e della fuga. Tanto per cominciare, smettiamola di giustificare gli assassini dicendo “a suo modo l’amava”. O si ama o non si ama; forse l’amore \u00e8 solo un concetto teorico ed esistono, invece, fatti che provano l’amore. Un omicidio alla fine di una storia, lo nega fin dall’origine, limitandosi provare o la follia o l’insano e presuntuoso amore per s\u00e9 stessi. In secondo luogo questi quotidiani orrori della cronaca devono poter servire almeno a imparare, crescere, capire, solo cos\u00ec potendosi prevenire la deflagrazione della violenza. Non c’\u00e8 bisogno di studiare psicologia per capire se una persona si dimostra ossessiva, se agisce con sballati criteri comportamentali. Bisogna stare allarmati nei confronti di atteggiamenti altrui fuori dalle righe. Inoltre, bisogna imporsi di non accettare da nessuno, e tantomeno dal partner che si dichiara innamorato, menzogne, inganni, umiliazioni, alternanze ripetute di aggressioni e scuse, minacce anche velate, sopraffazioni aperte o subdole. Il seme della violenza pu\u00f2 crescere strisciante nel silenzio ed esplodere rumorosissimo all’improvviso. Difficilmente \u00e8 senza frutti velenosi o mortali. I migliori concimi della violenza sono l’avidit\u00e0, l’ambizione, la rabbia, il rancore, l’invidia, la frustrazione del persecutore. Il peggiore antidoto alla violenza \u00e8 la tolleranza ipocrita e perdonista della vittima. Accettare in silenzio la tortura del sopruso sistematico non \u00e8 prova di generosit\u00e0, e neppure di rispetto per gli eventuali figli o il proprio decoro sociale: non si deve soccombere a nessun ricatto, crudelt\u00e0, angheria, violenza. Ci\u00f2 provoca assuefazione nella vittima e feroce progressione nelle vessazioni del carnefice. Fino alla morte, dell’anima o del corpo. Chi convive con la violenza, sia vittima o carnefice, pu\u00f2 essere salvato solo dal sapere: acquisire informazioni sul come fermare questa patologia e agire di conseguenza prima di qualsiasi tragedia. Ma tutto ci\u00f2 diventa mera chimera quando, chiedendo il primo gesto di aiuto a un pronto soccorso, un agente, un magistrato, si ha per risposta l’annoiata o distratta o lucida, ma sempre crudele, indifferenza. Che \u00e8 la peggiore delle violenze. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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