{"id":1511,"date":"2010-06-01T00:00:00","date_gmt":"2010-05-31T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/06\/01\/se-listinto-materno-e-quello-di-uccidere\/"},"modified":"2010-06-01T00:00:00","modified_gmt":"2010-05-31T22:00:00","slug":"se-listinto-materno-e-quello-di-uccidere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/06\/01\/se-listinto-materno-e-quello-di-uccidere\/","title":{"rendered":"Se l’istinto materno \u00e8 quello di uccidere"},"content":{"rendered":"

C’\u00e8 un mito, per il quale la madre \u00e8 incarnazione dell’amore, sacrificio, annullamento di s\u00e9 a favore della vita che ha generato. Di conseguenza c’\u00e8 il mito opposto: la madre che non corrisponde a questo stereotipo \u00e8 mostruosa, malata o indegna. Nel mezzo c’\u00e8 la realt\u00e0, necessariamente diversificatissima, di tutte le mamme del mondo: ciascuna vive la maternit\u00e0 – un compito comunque sia assai gravoso – a modo proprio, certamente influenzato dalla cultura, dalla storia personale, da chi le sta o non le sta intorno. L’istinto materno, secondo ormai la maggior parte degli studiosi, non esiste e se esiste non \u00e8 cos\u00ec determinante in positivo: storia, mitologia, letteratura e cronaca ci raccontano infatti nei secoli di terribili madri assassine: Medea per vendetta uccise i propri figli; a Sparta le madri gettavano dalla rupe Tarpea i neonati deformi. Ancora oggi in Cina, complici le madri, si uccidono le figlie eccedenti il numero legale. Platone suggeriva di sterminare i figli nati da donne ultraquarantenni e da padri ultracinquantenni (oggi sarebbe la strage\u2026). Un tempo in Bulgaria – e le madri non si opponevano – si seppelliva un piccolo bimbo sotto le fondamenta di un edificio per propiziare la fortuna degli abitanti. Ancora oggi la tradizione rimane, ma, per opportuna eleganza, si preferisce sotterrare uno spago della stessa lunghezza del bimbo che si sarebbe all’uopo potuto usare. Allora, se non c’\u00e8 l’istinto materno, forse \u00e8 possibile parlare di amore. Ma l’amore \u00e8 un sentimento umano, e perci\u00f2 segnato dall’imperfezione. E dalla provvisoriet\u00e0. L’amore pu\u00f2 essere troppo o troppo poco, \u00e8 ambiguo, si scompone anche nell’odio, \u00e8 ingannevole. Non tutti peraltro sono capaci di amare. Una madre sufficientemente buona e amorevole \u00e8 quella che sa di non essere perfetta, n\u00e9 ideale, n\u00e9 completa. Si occupa con responsabilit\u00e0 affettuosa del figlio, e d\u00e0 spazio al padre, indispensabile cerniera tra il mondo materno e quello sociale. Basti questo a dedurre che l’amore materno non \u00e8 affatto innato e tantomeno scontato. Del resto tutti conosciamo troppi figli orfani di madre vive, ignare, incapaci di gesti d’amore o troppo oppressive; smarrite tra l’attrazione e la repulsione verso i figli. Combattute, il pi\u00f9 delle volte, tra l’essere donna e l’essere madre. Ci sono donne che fanno figli per consolazione, per narcisismo, per interesse, per rivalsa. Per caso o per dovere. Mamme cattive che poi subiscono malamente la maternit\u00e0, si angosciano per il corpo deturpato, diventano invidiose o rivali dei figli, li perseguitano o li inglobano in s\u00e9 per tutta la vita. Mamme implacabili e sciagurate, maltrattanti o anaffettive, depresse o esasperate. Mamme violente che compiono atti malvagi fino ai pi\u00f9 inspiegabili omicidi; mamme che desiderano morire, per disperazione, solitudine, senso di inadeguatezza, e uccidono con loro anche la nuova vita. Giudicata, in un lampo di orrore, invadente e inutile. Ci sono mamme che percepiscono il pianto dei figli come l’indebita intrusione nella propria intangibile sfera di libert\u00e0 e di limitate capacit\u00e0. Non c’\u00e8 coscienza dell’esistenza di un altro diverso da s\u00e9. Quindi non ci pu\u00f2 essere amore da dare, da esprimere. Dunque, si pu\u00f2 uccidere anche per mancanza d’amore, per insofferenza. Perch\u00e9 non se ne pu\u00f2 pi\u00f9 di un figlio, magari solo dopo pochi giorni o pochi mesi. Qualsiasi cosa vogliano o possano dire, per giustificarle, quelle persone che trovano tutte le argomentazioni possibili per offrire indulgenza alle mamme figlicide. Chi uccide suo figlio a volte sar\u00e0 veramente malata, ma sempre pi\u00f9 spesso vi \u00e8 la prova che \u00e8 inadatta a dare la vita, perch\u00e9 incapace anche a governare la propria. E dunque non \u00e8 la sola responsabile del mostruoso omicidio: i suoi complici sono il padre del bambino, i parenti, gli amici, gli operatori sanitari. Chiunque abbia avuto modo di starle vicino prima, durante la gravidanza e dopo il parto. Innanzitutto perch\u00e9 qualsiasi madre in quel periodo non deve essere lasciata sola e non deve portare il carico delle aspettative personali e di tutti. A maggior ragione una donna che in qualsiasi modo possa sembrare immatura o eccessiva. Chi la circonda deve cercare di capirla, deve saperla sostenere e deve farsi carico delle sue ansie o delle sue certezze che, altrimenti, diventano un peso insostenibile con il contraltare inevitabile delle emozioni, fisiche e psichiche, fortissime. Ci sono zone d’ombra inquietanti in ogni maternit\u00e0, ma non tutte le donne hanno i muscoli mentali per diradarle. Le madri danno la vita e la possono togliere. L’onnipotenza di una mamma pu\u00f2 essere temperata solo dall’attenzione e dall’affetto di chi le sta vicino. Dalla lungimiranza e dalla comprensione. Non tutto pu\u00f2 essere spiegato e giustificato con la patologia psichica della madre omicida, solo per placare la coscienza di chi sta a guardare. Ci sono madri sane di mente ma negligenti, antisociali, alcolizzate, drogate, abbandonate, sadiche, dissimulatrici, strafottenti, inadeguate, egoiste, vendicative. Non si pu\u00f2 far finta di non accorgersene e lasciarle sole, anche per un minuto, con una piccola creatura, inconsapevole che il male pi\u00f9 brutto del mondo pu\u00f2 essere la sua mamma.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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