{"id":1517,"date":"2010-04-21T00:00:00","date_gmt":"2010-04-20T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/04\/21\/le-femministe-solo-retorica-e-lamenti\/"},"modified":"2010-04-21T00:00:00","modified_gmt":"2010-04-20T22:00:00","slug":"le-femministe-solo-retorica-e-lamenti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/04\/21\/le-femministe-solo-retorica-e-lamenti\/","title":{"rendered":"Le femministe? Solo retorica e lamenti"},"content":{"rendered":"

Una femminista storica, Germaine Greer, icona del femminismo, l'”eunuco femmina”, si \u00e8 comportata come una patetica Bovary, andando a raccontare al mondo, a settantuno anni, la sua antica a breve relazione sessuale con Fellini. Ora, non la si pu\u00f2 definire certo gentildonna e tantomeno riutilizzare l’aggettivo “anarchica” del quale si \u00e8 sempre fregiata. Un’anarchica, come una gentildonna del resto, non racconta ex post la sua storia di sesso, per di pi\u00f9 condendola di dettagli da tinello, quali il colore del pigiama e il sapore del risotto. Una femminista autentica non scambia la sua dignit\u00e0 e la sua storia con una manciata di attenzione mediatica. La rivoluzione femminista \u00e8 stata indispensabile alla crescita, sia della donna sia della societ\u00e0. Come tutte le rivoluzioni, si \u00e8 proposta spesso in modi paradossali, anche volgari, tendenzialmente esagerati. Ma l’obiettivo era difficilissimo da raggiungere e i mezzi usati meritano indulgenza: le donne scontavano millenni di schiavit\u00f9 fisica e mentale, si muovevano in un territorio davvero intriso di potere esclusivamente maschile, e i diritti delle donne non erano calpestati: peggio! Erano ignorati, inesistenti quasi, come se le donne non contassero, tranne che individualmente per qualche familiare. Oggi qualsiasi donna deve essere grata al movimento femminista che le ha consentito l’emancipazione: il voto, lo studio, la pari dignit\u00e0 giuridica dei sessi, la non sottoposizione al potere paterno o maritale, le medesime opportunit\u00e0 dell’uomo, la libert\u00e0 individuale, la tutela della maternit\u00e0, sono diritti indiscutibili. Il fatto di essere considerate, cio\u00e8, persone portatrici di diritti e competenze e non svalutate, o ignorate, perch\u00e9 donne \u00e8 esperienza possibile per tutte. Che poi in concreto ci sia ancora tanto da fare, \u00e8 ovvio: per una rivoluzione cos\u00ec epocale, meno di cinquant’anni sono pochi perch\u00e9 si riesca a resettare uno squilibrio millenario. Tuttavia la vera delusione oggi sono proprio le femministe: conformiste, vittime di se stesse, lagnose o pentite. Mai solidali con le donne e neppure rigorosamente critiche verso quelle donne che continuano a sfruttare le debolezze del sesso, mostrando cos\u00ec di disprezzare il pensiero femminista che voleva la donna libera e liberata. Chi si definisce femminista continua dolersi per ci\u00f2 che manca, invece di apprezzare e valorizzare ci\u00f2 che \u00e8 stato conquistato. Si pretende soprattutto il potere, nella convinzione che solo dai luoghi di comando si riesca a completare il risultato della rivoluzione. Il che non \u00e8 vero. Ogni donna nel suo ruolo personale, familiare, lavorativo e anche politico, se ce l’ha, dovrebbe dare il suo particolare contributo per confermare e accrescere il capitale guadagnato con la ribellione e nel fermento delle idee riformatrici. Invece, le donne, per comodit\u00e0, per finto pacifismo, per interesse personale, per pigrizia, hanno rinunciato a occuparsi della propria raggiunta dignit\u00e0 e accettano passivamente, per esempio, che si lucri, si discuta, si sghignazzi sul corpo delle donne. Rinunciare vuol dire conformarsi, accettare, oggi, proprio ci\u00f2 per cui si combatteva ieri. Dilapidando cos\u00ec il patrimonio raccolto col sudore e col sangue dalle 60\/70\/80enni di oggi, che hanno guadagnato i nostri diritti odierni combattendo contro l’ostracismo e nello sberleffo della societ\u00e0 misogina. La stessa che oggi, spavalda e goduriosa, si sta riappropriando dei territori allora invasi dal pensiero forte femminile. Sul corpo delle donne, deprivandole dell’anima, stiamo subendo passivamente il passaggio dalle femministe che bruciavano i reggiseni, alla cultura seduttiva del push-up e del seno al silicone. Senza che le donne, per prime, e ciascuna nel suo mondo, si ribellino: la madre, la maestra, la pubblicitaria, l’autrice televisiva, la professionista, la regista, l’attrice. Tutte dominate, invece, dall’unico uomo che dovrebbero abbattere: quello che hanno partorito nella loro testa, icona della maschilit\u00e0 come mezzo di conquista del denaro, del potere, della sicurezza sociale. E che loro tentano di accalappiare, come nei bui secoli scorsi, col mercimonio seduttivo del corpo. Basta, dunque, chiedere e lagnarsi. Bisogna fare ed essere coerenti: \u00e8 necessario difendere l’anima femminile, il corpo, l’orgoglio della maternit\u00e0, del ruolo, la libert\u00e0 di essere e di fare, la differenza nella parit\u00e0. Onorare il pensiero femminile ogni giorno e in ogni luogo, senza tradirlo nella rassegnazione o nella delega. Questo fiume impetuoso della rivoluzione, che ha ridato vita alla potenza femminile, deve essere ripulito. E’ stato inquinato e intorbidato dall’accontentarsi, dalla pigrizia, dai timori quotidiani, dalla sottomissione, dalla paura della solitudine. Dalla mancanza di consapevole autostima e di conoscenza della storia dei diritti femminili. Tutte noi donne, e soprattutto le conformiste (e cos\u00ec inutili) femministe, dobbiamo ricominciare a sentire un po’ di collera verso chi, uomo o donna, ha dimenticato le macerie del passato e impone la retromarcia della civilt\u00e0. Una collera che deve essere trasformata in un fuoco collettivo. Non come quello delle streghe, aggressivo e distruttivo, bens\u00ec capace di far cuocere alla giusta temperatura tutti gli ingredienti vitali che, quel formidabile impetuoso fiume rivoluzionario ci ha permesso di raccogliere. Affinch\u00e9, finalmente appagate, li possiamo gustare e con loro nutrire questa e le generazioni che verranno.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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