{"id":1526,"date":"2010-02-15T00:00:00","date_gmt":"2010-02-14T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/02\/15\/quei-savonarola-di-sinistra-nutriti-solo-dodio\/"},"modified":"2010-02-15T00:00:00","modified_gmt":"2010-02-14T23:00:00","slug":"quei-savonarola-di-sinistra-nutriti-solo-dodio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/02\/15\/quei-savonarola-di-sinistra-nutriti-solo-dodio\/","title":{"rendered":"Quei savonarola di sinistra nutriti solo d’odio"},"content":{"rendered":"

Al confronto con i fanatici moralisti di oggi, Savonarola apparirebbe un ciarliero e sereno frequentatore dei salotti televisivi, non degno di un processo e tantomeno dell’impiccagione. Al rogo, invece, per bonificare la palude invereconda della politica, dovrebbero andare tutti i giustizialisti (politici, giornalisti, o magistrati che siano e i cittadini che da questi sono plagiati) nutriti solo dall’odio che, a sua volta, si ciba della salute, della faccia e della serenit\u00e0 altrui. L’assalto che \u00e8 stato fatto da una precisa parte politica a Bertolaso, evidentemente dell’altra parte, \u00e8 prova vergognosa di come l’odio sia davvero cieco e di come il moralismo faccia perdere i confini della ragione. Sempre che di ragione, con certa gente, si possa parlare. I soloni di sinistra quando, per caso o per forza, si parla male di un compagno, pretendono che tutti sospendano all’istante il giudizio negativo, in attesa dell’accertamento dei fatti. Intanto si infiammano nel garantire personalmente il soggetto in questione \u2013 come \u00e8 successo sere fa in tv per un architetto, definito sicuramente per bene solo perch\u00e9 fratello di un intellettuale di sinistra \u2013 e rimbalzano la patata bollente trasformandola magicamente in una “mina anti uomo di destra”. Come diceva Don Giussani, la morale \u00e8 il rapporto che c’\u00e8 tra il gesto e ci\u00f2 che la coscienza sente e percepisce nel farlo. Se ci si sente di difendere, fino ad accertata e definitiva prova contraria, una persona della propria parte politica, ma non si usa l’uguale e lodevole e garantista metodo per l’avversario, la coscienza non pu\u00f2 essere pulita. Il gesto non \u00e8 morale. Le motivazioni che l’hanno suggerito sono parziali e interessate. Dunque, il rapporto tra quel gesto e la coscienza \u00e8 fallimentare,;tipico dei moralisti d’accatto e non espressione di validi e condivisibili principi morali. Chi rispetta l’etica, non pu\u00f2 sistematicamente proteggere i suoi e condannare gli altri, coltivando semplici sospetti. Questo \u00e8 un comportamento anche un po’ mafioso. Ora, grazie al malcostume pre \u2013 processuale e processuale di rendere noti intempestivamente gli atti di un inchiesta, complice l’avidit\u00e0 di discovery dei giornalisti e dei politici, Bertolaso \u00e8 gi\u00e0 stato condannato. La sua indentita, massacrata nel marasma dei sospetti. E’ corrotto? Non \u00e8 corrotto? Non lo possiamo dire e tantomeno sapere. La Costituzione gli garantisce un giusto processo, il contraddittorio nelle sedi idonee, la verifica rigorosa degli addebiti. Intanto, finch\u00e9 non fosse mai provata con sentenza definitiva la sua presunta colpevolezza, tutti dovremmo limitarci a giudicarlo per quello che ha fatto di buono per la societ\u00e0, per i risultati noti e apprezzati, (De Bortoli lo definisce “un grande servitore dello stato”) e stare ad aspettare i fatti giudiziari concreti, senza voler giudicare a seconda delle parole che rimbombano dalle opposte fazioni politiche. Da entrambe le parti vengono, infatti, solo argomenti di puro interesse parziale ed egoistico. Con l’obiettivo, ciascuno, di salvarsi o di rifarsi la faccia a scapito del poveretto di turno; che, comunque sia, subisce l’impiccagione mediatica. E il boia deve fare pi\u00f9 orrore del criminale. E’ inaccettabile, perch\u00e9 ingiusto, il comportamento di un giornalista che, dimentico della deontologia e dell’umanit\u00e0, diventa famoso solo per essere campione al tiro di uova marce sull’indagato dell’avversa fazione politica, e ne storpia il nome, tenta di fare satira sui sospetti, costruisce penose parabole; cos\u00ec come lo \u00e8 quello del rappresentante di partito che suggerisce dimissioni agli avversari, mai imposte a compagni traffichini. Per non dire dei tribuni del popolo, che tuonano sermoni apocalittici, in nome di un Italia che non appartiene loro se non in una ridicola percentuale. I valori collettivi cos\u00ec sono al collasso, stiamo andando davvero alla rovina in una landa desolata del diritto e dei diritti, dove non esiste pi\u00f9 il codice del bene e del male. Impera, appunto, il moralismo funzionale ai propri interessi. Obiettivamente incoerente. Infatti, per esempio, anzich\u00e9 avere piet\u00e0 di Morgan, e suggerirgli un metodo per la sua rieducazione psicofisica, lo si punisce chiudendolo in camera, in castigo, durante la festa. Ma, nello stesso tempo, non si approfondisce quanti altri invitati alla festa di Sanremo siano nelle sue identiche condizioni. Anzi, per di pi\u00f9, si acclama all’ospite speciale D’Addario, che si esibir\u00e0 in una attesa passerella (senza neppure fare una piega di fronte al significato grottesco del termine “passerella” applicato a una prostituta). Poi ci sono i tonini, i marchi, i micheli e le concite che si avventano allegramente sulle reputazioni altrui, facendone carne da macello e poi condendole con spezie di moralismo, per sfamare i cittadini di bocca buona. Alla faccia della morale, della legge e dell’umanit\u00e0. Ma anche dell’intelligenza altrui: di chi sa che il moralista, proprio perch\u00e9 lo \u00e8, \u00e8 persona assai sospetta.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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