{"id":1527,"date":"2010-02-12T00:00:00","date_gmt":"2010-02-11T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/02\/12\/non-chiamatele-escort-ma-prostitute\/"},"modified":"2010-02-12T00:00:00","modified_gmt":"2010-02-11T23:00:00","slug":"non-chiamatele-escort-ma-prostitute","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/02\/12\/non-chiamatele-escort-ma-prostitute\/","title":{"rendered":"Non chiamatele escort ma prostitute"},"content":{"rendered":"
Si chiamano escort, ma sono puttane. Prostitute. Cio\u00e8 donne che “concedono ad altri, per denaro o per qualsiasi interesse materiale, ci\u00f2 che secondo i principi morali di una societ\u00e0, non pu\u00f2 essere oggetto di lucro” (Zingarelli 2010). Sorvoliamo sul termine concedere, utilizzato dal poetico compilatore del dizionario, laddove sarebbe stato pi\u00f9 realistico usare un sinonimo tipo “elargire” o “dispensare” o, meglio ancora, semplicemente “dare”. Se poi andiamo a vedere la definizione di puttana, leggiamo: “dal latino “putido” puzzolente, sporco”, termine volgare per definire la prostituta; peraltro sinonimo di sgualdrina, cio\u00e8 “persona di scarsi principi morali, disposta a ogni compromesso per il proprio tornaconto”. Alla voce escort troviamo: “persona retribuita per accompagnare qualcuno nei viaggi od occasioni mondane”, ma pure “chi, in tale ruolo, \u00e8 anche disponibile a prestazioni sessuali”. Si \u00e8 cos\u00ec chiuso il cerchio: il week end rimane sempre il fine settimana. In qualsiasi lingua lo si voglia trascorrere. E con chi. E la escort, a conti fatti, \u00e8 una prostituta. In questa Italia politicamente corretta, nella quale i ciechi sono i non vedenti, gli handicappati hanno la speranza di essere diversamente abili, il prossimo licenziamento diventa pressappoco “lo scivolo con incentivo all’esodo”, c’\u00e8 per\u00f2 un’insopportabile discriminazione politica e sociale a danno delle puttane e a favore delle escort. Quelle vilipese, sulla strada; queste, ricercate nei luoghi di potere. Eppure sono la stessa identica cosa. Vendono il corpo e ne ricavano un prezzo. Sia la puttana sia la escort hanno concentrato nella medesima parte del loro corpo la sorgente esclusiva del loro lucro. Andare a puttane, oltre a significare figurativamente il fallimento di qualcosa (e secondo me anche, realisticamente, il fallimento della dignit\u00e0 e dei sentimenti maschili) indica ormai soltanto l’attivit\u00e0 godereccia dei goliardi e dei maschi a basso redditi. I ricchi e i potenti, invece, ordinano una escort. Magari su google, che d\u00e0 come risultato della ricerca 34.500.000 voci, contro le 606.000 di puttana e le 2.720.000 di prostituta. Il fatto \u00e8 che tutte sono lavoratrici del sesso, con la sola distinzione che, mentre le puttane sono schiave di un sistema criminale che mercifica il loro corpo, le escort scelgono autonomamente di venderlo per solo proprio interesse, senza pagare royalties a chicchessia. Ma in entrambi i casi le donne in questione, pur diversamente definite, si prostituiscono. Le une, per\u00f2, hanno bisogno di un protettore che le difenda nei luoghi malfamati che devono frequentare. Le altre scelgono i luoghi di potere, per affamare ricchi uomini incapaci di proteggere persino se stessi. Si \u00e8 creata cos\u00ec una nuova fascia pubblica, quasi una casta, economicamente e socialmente alta, di imprenditrici autonome, a tariffario libero, visibili e pi\u00f9 che ben accette nei circoli di potere. Manager di se stesse, che guadagnano oltre il milione di euro l’anno, non pagano imposte e neppure l’iva, malgrado rendano servizi al pubblico. Sconosciute dunque, ingiustamente, all’Agenzia delle Entrate. Ma avidamente pronte ad apparire in TV, a scrivere libri e memoriali, a dimenticare l’etica della professione cosiddetta pi\u00f9 antica del mondo. Tradiscono la loro dignit\u00e0, non solo smerciando ed esportando dovunque il corpo, ma anche raccontando dove e come e con chi sono avvenute le spietate transazioni. E i fragili uomini ricchi e potenti, passano cos\u00ec dalle loro costosissime braccia (si fa per dire\u2026) alle pagine dei giornali, ormai senza soluzione di continuit\u00e0. E’ la legge del sesso, che sta ormai trascinando nel piacere egoistico ed estemporaneo ogni valore e ogni sentimento, che dovrebbero invece definire l’identit\u00e0 di ciascuno di noi. Ma anche ogni prudenza, persino ogni vergogna. E non mi si dica che sdoganare le prostitute, fino a farle diventare escort onnipresenti e onnipotenti, ricercate star del gossip, sia l’affermazione della verit\u00e0 contro ogni ipocrisia. E’ vero piuttosto che non prendere posizione critica verso questa debolezza, antica, degli uomini, e verso questa nuova spudorata forza strumentale delle donne, significa deteriorare ulteriormente il senso e il valore della societ\u00e0 civile e delle persone serie che la costituiscono. Bisogna resettare, cio\u00e8 rimettere al suo posto, chi \u00e8 andato fuori dagli schemi, ma anche chi ha provocato la confusione di meriti e di valori. Forse \u00e8 meglio essere politicamente scorretti e chiamare puttane le puttane, senza edulcoranti etichette anglofile. Non basta il nome a rendere lecito ci\u00f2 che illecito resta. In nome della legge.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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