{"id":1529,"date":"2010-01-25T00:00:00","date_gmt":"2010-01-24T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/01\/25\/le-donne-in-carriera-non-divorziano-magari\/"},"modified":"2010-01-25T00:00:00","modified_gmt":"2010-01-24T23:00:00","slug":"le-donne-in-carriera-non-divorziano-magari","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/01\/25\/le-donne-in-carriera-non-divorziano-magari\/","title":{"rendered":"Le donne in carriera non divorziano? Magari"},"content":{"rendered":"

Mi sembra una banalizzazione del problema, che \u00e8 invece un problema molto complicato. Il credere che le donne lavoratrici provochino meno divorzi delle casalinghe, potrebbe costituire persino e finalmente il sereno punto di svolta dell’affermazione dell’autonomia femminile. Potrebbe decretare la parola fine all’eterna angoscia della donna, psicologicamente spaccata tra voglia di carriera e voglia di casa. Andrebbero in meritato esilio le lamentele dei mariti sulla casa trascurata, le cene non pronte, i compiti dei bambini alle nove di sera. Tutte le donne vorrebbero lavorare, se non altro per conservarsi l’amore e il marito per tutta la vita. Sogno irrealizzabile per la maggior parte. Tanto per cominciare, perch\u00e9 deve dipendere dalla donna – se lavora o no – la durata del matrimonio? Ci sono donne che lavorano, ma tradiscono il marito, dimenticano i figli e provocano la rottura familiare. Altre che non lavorano fuori casa, ma sono straordinarie mogli e madri, assumono il ruolo di amministratrici, cuoche, infermiere e maestre all’interno della loro famiglia che sanno tenere unita. Nell’un caso e nell’altro conta anche la qualit\u00e0 del marito: se pigro, collaborativo, geloso o indifferente, dovr\u00e0 pur avere una reazione in linea o contro lo stile comportamentale della moglie. Il matrimonio \u00e8 infatti basato sul consenso dei partner, che deve permanere in entrambi perch\u00e9 la vita coniugale possa proseguire in armonia e serenit\u00e0. E allora, qual \u00e8 il senso di questa ricerca? Se entrambi i coniugi lavorano, ci sono meno possibilit\u00e0 di incontro in casa e, dunque, meno occasioni di scontro; oppure non c’\u00e8 tempo di fare bilanci e di misurare la felicit\u00e0 di coppia; oppure, ancora, ci si perde di vista? Non sappiamo se \u00e8 stata calcolata la variabile della moglie che lavora e il marito invece no. Potrebbe essere interessante capire quanti matrimoni durano con questa modalit\u00e0 e perch\u00e9. E bisognerebbe anche sapere se \u00e8 stata approfondita la qualit\u00e0 dei mariti delle mogli che non lavorano e il perch\u00e9 del loro divorzio. Forse erano mariti padri-padroni, rivelatisi nel tempo magari violenti, oppure dediti a spigolare femmine invece che al desco familiare. Non possiamo seriamente credere che un uomo cos\u00ec, una se lo tenga solo perch\u00e9 occupata a lavorare. E chi pu\u00f2 dire che una donna impegnata fuori casa non si dedichi anche a voluttuosi pomeriggi erotici, per meglio metabolizzare il peso della vita familiare al suo ritorno? Non credo che un marito, una volta scopertala, anche non in flagrante, abbia la pazienza e la generosit\u00e0 di tenere fermo il matrimonio. Dunque il lavorare o lo stare a casa non possono costituire un pilastro di sicurezza del progetto matrimoniale. Che \u00e8 invece basato su troppe variabili, personali, ambientali e anche casuali, perch\u00e9 si possano dare seri numeri statistici e leggi comportamentali. Vedo di tutto nella mia attivit\u00e0 professionale e sono davvero certa che non sia il lavoro a incidere, nel bene e nel male, sulla necessit\u00e0 di separarsi. Il matrimonio dura quanto dura il motivo per cui ci si \u00e8 sposati. Se all’origine c’\u00e8 un autentico sentimento, \u00e8 la sua evoluzione o il deterioramento che ne determina il destino, indipendentemente dall’attivit\u00e0 lavorativa della donna: ci sono uomini che apprezzano progressivamente la carriera, il denaro, la stima acquisiti nel tempo dalla compagna, e altri che ne sono infastiditi, la invidiano, la colpevolizzano. Ci sono mariti che trattano come regine le mogli nullafacenti e altri ancora che le disprezzano e le mortificano, perfino se si distruggono di lavoro casalingo. Cos\u00ec \u00e8 pure se il matrimonio ha all’origine un calcolo di interesse: la vita unita permane fino a che quell’interesse \u00e8 condiviso da entrambi e non appare all’orizzonte di uno dei due qualcosa o qualcuno di pi\u00f9 gratificante. Il mondo familiare e la vita di coppia sono cambiati significativamente negli ultimi cinquant’anni: la famiglia non \u00e8 pi\u00f9 un’istituzione sociale\/contenitore il cui valore superi quello dei singoli individui. Anzi, i diritti personali di ciascuno sono diventati, purtroppo, gerarchicamente pi\u00f9 importanti dei doveri e delle responsabilit\u00e0 verso gli altri componenti. Il che porta ogni famiglia a ricamare a modo proprio il tessuto affettivo che la unisce. E anche a stracciarlo, perfino all’improvviso, per ragioni personalissime e non catalogabili: sono tante, troppe, quante, cio\u00e8, ne esistono nell’infinito modo di esprimersi dell’animo umano.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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