{"id":1531,"date":"2010-01-15T00:00:00","date_gmt":"2010-01-14T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/01\/15\/le-donne-hanno-vintoil-femminismo-e-battuto\/"},"modified":"2010-01-15T00:00:00","modified_gmt":"2010-01-14T23:00:00","slug":"le-donne-hanno-vintoil-femminismo-e-battuto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2010\/01\/15\/le-donne-hanno-vintoil-femminismo-e-battuto\/","title":{"rendered":"Le donne hanno vinto:il femminismo \u00e8 battuto"},"content":{"rendered":"

L’Economist entusiasta annuncia che negli USA le donne, nei prossimi mesi, diventeranno maggioranza della forza lavoro e conclude giustamente “\u00e8 la pi\u00f9 grande rivoluzione sociale di tutti i tempi”. Qualcuno ha commentato che la ragione sta nel trionfo del cervello, perch\u00e9 i muscoli servono sempre meno nel mondo del lavoro. Nei fatti anche Svezia, Danimarca, Francia, Germania e Inghilterra raggiungeranno a breve il medesimo obiettivo. L’Italia, da parte sua, non si pu\u00f2 lamentare quanto a numero di laureate e professioniste, quasi pari ai colleghi maschi. Fatto sta che i premi 2009 del Presidente della Repubblica Italiana, proprio ieri, sono stati assegnati tutti e tre a donne. Giorgio Napolitano ha sottolineato “\u00e8 un segno dei tempi”, riconoscendo al femminile il prestigio delle Accademie dei Lincei, di San Luca e Santa Cecilia. Che le donne non siano cos\u00ec bisognose di protezionismo politico e sociale, lo si ricava anche dalla quantit\u00e0 di Sindaci e Governatori donna che possiamo vantare (addirittura nel Lazio la corsa \u00e8 tra la Bonino e la Polverini), di ministri e sottosegretari etc\u2026Ragionando sui numeri, \u00e8 chiaro che siamo nel cuore di un processo in divenire, ma certamente \u00e8 antistorico e pedante ammannire ancora, da parte di parecchie donne, la manfrina dolciastra del chiedere aiuto a tutti, lamentando una discriminazione che non esiste pi\u00f9. E’ tale, invece, l’interesse generale sulla figura femminile, come portatrice di storia, cambiamenti, capacit\u00e0 e coraggio, che i primi tre libri nella classifica Amazon sono biografie di donne. E’ giusto che sia cos\u00ec. Le donne sono fuggite dall’obbedienza; hanno dovuto disfare il tessuto imprigionante che le rivestiva e che era stato intrecciato per secoli dalle loro madri; hanno cercato di attraversare la strada dell’emancipazione senza spargimenti di sangue; hanno voluto sottrarsi alla legge del padre per conquistare almeno la minima giustizia sociale. Nel terzo mondo e in Islam, per esempio, ancora la donna non ha la libert\u00e0 di prendere n\u00e9 una decisione n\u00e9 un tram, quando lavora \u00e8 sottopagata e serve l’uomo in tutte le necessit\u00e0. Nel mondo “civile” del 1900, Freud aveva elaborato il concetto del complesso di castrazione: per forza, l’uomo aveva qualsiasi diritto la donna non avesse; la quale invece era considerata esclusivamente oggetto a comando del desiderio e della volont\u00e0 dell’uomo, ed essenzialmente un essere inutile se sterile. Ma in ogni caso debole e inaffidabile, perch\u00e9 soggetta a svenimenti: anche un uomo lo sarebbe stato, se bloccato in quei corsetti strizzatissimi a esclusivo uso seduttivo. Oggi nessuna donna ha motivo di invidiare un pene che non ha mai avuto, non ha e non avr\u00e0 mai. Ci sono ancora per\u00f2 retroguardie di donne succube (dal latino sub-cubare:giacere sotto, da cui succuba = concubina) della cultura maschile, millenaria e antistorica, e parecchi uomini che non hanno capito la differenza tra uguaglianza e parit\u00e0. Le conquiste giuridiche hanno consegnato a tutti la stessa linea di partenza. E’ tuttavia disonorevole ritenere, a questo punto e solo per questo, che siamo tutti uguali. Non perch\u00e9 l’uomo non sia di per s\u00e9, in generale, un essere interessante e di valore, ma perch\u00e9 la donna ha una sua identit\u00e0, sempre in generale interessante e di valore, e per questo non deve pensare di omologarsi a un modo di essere e di fare che non le appartiene, n\u00e9 geneticamente n\u00e9 psicologicamente. Come dice la filosofa Luisa Muraro “noi donne abbiamo il privilegio di essere nate dello stesso sesso di nostra madre”. Dunque, dopo aver conquistato le basi della giustizia sociale che ci consentono di avere le stesse potenzialit\u00e0 affermative di un uomo, \u00e8 questa legge matriarcale che dovremmo seguire. Restare appese alla cultura, o meglio alla legge, patriarcale vuol dire mettersi nelle mani degli uomini e perdere le proprie peculiari competenze. Significa assumere atteggiamenti e linguaggi guerreschi, per cui si \u00e8 definite, con immagine raccapricciante e trans-gressiva, donne con le palle; ma comunica anche la voglia di cercare di essere la donna di qualcuno potente o fidarsi solo degli uomini. Dimostra, in sostanza, difetto di autostima, mancanza di sicurezza, inconsapevolezza della propria identit\u00e0. Sono queste donne rivendicative, che non sanno esprimere il s\u00e9 femminile. La forza della propria diversa psiche e la conoscenza della differenza. Differenza che, peraltro, \u00e8 portatrice di un grande e indispensabile valore biologico, mentale e storico. Le donne che sono al potere, lo gestiscono in modo diverso se lo hanno raggiunto per meriti e capacit\u00e0 personali (come la Merkel o la Thatcher) o perch\u00e9 sono le donne di qualcuno (come la Clinton). Sono quelle, e non questa, le donne capaci di imprimere alla vita, al lavoro, all’eventuale potere, modalit\u00e0 di espressione nuove e rivoluzionarie, perch\u00e9 fino a ieri soggette a regole padronali soffocanti e insuperabili. Sono donne che hanno saputo emanciparsi senza perdere la propria differenziazione. Appartengono certamente a questa categoria le tre rappresentanti delle accademie che hanno ricevuto dal Presidente l’apprezzamento della competenza e dell’abilit\u00e0 mostrate nel lavoro quotidiano. Cos\u00ec come devono esservi incluse tutte le donne fiere di essere tali senza dover imitare nessuno; consapevoli di avere potenzialit\u00e0 di affermarsi, identiche a quelle degli uomini; e, soprattutto, renitenti a qualsiasi forma di autocompatimento o di strumentalizzazione dell’uomo. E’ vero per\u00f2 che non tutto \u00e8 cos\u00ec semplice: queste donne, che hanno la dignit\u00e0 dell’autonomia e che difendono la femminilit\u00e0 costitutiva della loro identit\u00e0, sono oggetto di invidia e beffe da parte di molti uomini, ma anche di trappole e denigrazioni da parte delle donne. Spesso la loro vita familiare \u00e8 difficilissima, perch\u00e9 non hanno la solidariet\u00e0 del partner e l’opportunit\u00e0 di essere supportate dai servizi dello Stato (asili, deduzioni fiscali per le colf etc\u2026) Sovente, sono anche sole, perch\u00e9 non accettano la coppia “purchessia”, come simbolo sociale, ma aspettano un uomo che onori la differenza nel rispetto della pari dignit\u00e0 giuridica. Sempre che esista e ne abbia il coraggio. In nome della legge.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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