{"id":1537,"date":"2009-12-06T00:00:00","date_gmt":"2009-12-05T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2009\/12\/06\/se-lingiustizia-suicida-un-papa\/"},"modified":"2009-12-06T00:00:00","modified_gmt":"2009-12-05T23:00:00","slug":"se-lingiustizia-suicida-un-papa","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2009\/12\/06\/se-lingiustizia-suicida-un-papa\/","title":{"rendered":"Se l’ingiustizia suicida un pap\u00e0"},"content":{"rendered":"
C’\u00e8 un qualcosa che allude alla dignit\u00e0, in quel voler morire stringendosi al collo un pezzo di stoffa annodato come fosse una cravatta. Non so dire, per\u00f2, alla dignit\u00e0, onorata o disonorata, di chi: se del padre amareggiato, della madre severa, del giudice indolente. Ma, potrebbe anche essere, del padre inadeguato, della madre tutelante, del giudice attento. Per capire bisognerebbe leggere gli atti delle parti e i provvedimenti giudiziari: bisognerebbe sapere se il conflitto si svolgeva sul sentiero della separazione, del divorzio o della modifica di provvedimenti gi\u00e0 in vigore. Gli scenari sono diversi, ma i giornalisti si ostinano a utilizzare i termini \u00abseparazione\u00bb e \u00abdivorzio\u00bb senza differenziarli, in ogni circostanza; quando almeno potrebbero capire che la separazione \u00e8 l’inizio della fine della storia coniugale, mentre il divorzio – che si chiede dopo tre anni dalla separazione – \u00e8 la ratificazione di quella fine. Prima e dopo il divorzio si possono ottenere variazioni ai regolamenti economici e personali vigenti tra le parti. Quando le agenzie di stampa (nel dare la notizia del suicidio di un padre \u00abdisperato perch\u00e9 la madre non gli fa incontrare il figlio pi\u00f9 di due giorni alla settimana\u00bb) specificano \u00abappena separato\u00bb, altre scrivono \u00abin sede di divorzio\u00bb, altre ancora dicono \u00abcui la moglie aveva chiesto la separazione\u00bb, deve apparire chiaro a tutti che quei giornalisti non ci hanno informato bene sui fatti; pertanto, l’argomentare, anche giuridicamente, intorno ai fatti stessi, diventa ipotetico e diversificato. Infatti, se la madre aveva chiesto la separazione, ma ancora non vi era stata l’udienza presidenziale, e dunque nessuna decisione, seppur provvisoria, di un magistrato, si deve concludere che la madre, nell’abbastanza consueto delirio di onnipotenza materno, abbia deciso con intollerabile arbitrio \u00abil figlio \u00e8 mio e lo gestisco io\u00bb; impedendo cos\u00ec, disumanamente, a padre e figlio lo svolgersi della reciproca affettivit\u00e0. In tal caso il suicidio sarebbe un urlo disperato della fragile dignit\u00e0 di un padre incapace di far valere la solidale potest\u00e0 genitoriale, che invece garantisce pari dignit\u00e0 giuridica a entrambi i genitori. Se, diversamente, un giudice aveva deciso, nella prima udienza di separazione, che il provvisorio regolamento di visite dovesse essere cos\u00ec ristretto, forse la madre, strumentalmente o per tutelare davvero il figlio, aveva esposto tali negativit\u00e0 del padre, anche psichiche, da richiedere cautela nel calendario di visite. In entrambi i casi, per\u00f2, il giudice avrebbe omesso di essere accurato nella protezione di una famiglia in crisi, non disponendo che almeno i servizi sociali si occupassero della gestione degli incontri; in tal modo il marito non si sarebbe sentito in bal\u00eca dei tempi di visita imposti dalla moglie. Infatti ormai la legge sull’affido condiviso \u00e8 applicata, senza tante storie, in modo da consentire un equilibrio tra i genitori nel ripartirsi l’affettivit\u00e0 e la responsabilit\u00e0 dei figli. Le eccezioni, per comprovati motivi, devono essere oggetto di monitoraggio consapevole da parte delle istituzioni, che non possono entrare a gamba tesa nelle famiglie, dando disposizioni categoriche, per poi lasciarle vittime abbandonate alla loro stessa malattia, causa del disfacimento. In questo esempio, il suicidio rivendicherebbe la mancanza di una giustizia minimamente dignitosa: di un potere dispositivo, cio\u00e8, tale da risolvere le questioni umane in modo, s\u00ec deciso, ma non privo dell’attenzione al singolo caso, alla fragilit\u00e0 dei protagonisti, alla peculiarit\u00e0 di storie intrise di dolore, sentimenti e risentimenti difficilmente governabili con la sola ragione. Se, ancora, invece, questa storia triste si inquadra in un giudizio di divorzio o di modifica delle condizioni in essere, c’\u00e8 da pensare o a un diritto di visita del padre cambiato all’improvviso dal giudice per gravi fatti sopravvenuti, o a una regolamentazione che dura cos\u00ec da anni, cio\u00e8 da prima dell’entrata in vigore (2006) della legge sull’affido condiviso. Nel primo caso dovremmo tornare all’esempio della madre tutelante o strumentalizzante. Nel secondo, dovremmo pensare a una madre sorda alle esigenze sia del padre sia del figlio e miope di fronte ai cambiamenti sociali e giuridici. Se cos\u00ec fosse, il suicidio sarebbe da interpretarsi come la convinzione del padre di voler attuare egli stesso ci\u00f2 che la madre stava gi\u00e0 facendo: togliere per sempre il padre a un figlio. Un padre che avrebbe preferito autoescludersi piuttosto che essere emarginato: un tragico fraintendimento dell’amore e della dignit\u00e0 del ruolo. In tutti i casi per\u00f2 sarebbero i dettagli a dover fornire la giusta chiave di lettura. Senza poter dimenticare che, le difficili storie giudiziarie che coinvolgono le famiglie, non possono essere trattate con pomposa burocrazia o frettolosa acriticit\u00e0. Che l’espropriazione dei figli non deve essere consentita a nessun genitore a danno dell’altro. Che bisogna saper distinguere tra amore genitoriale (capacit\u00e0 di considerare il figlio come soggetto di diritti e non oggetto proprio da rivendicare a ogni costo) e attaccamento patologico (incapacit\u00e0 di vedere e rispettare l’autonomia propria e di ogni altro). Che lo Stato deve saper supportare le famiglie particolarmente colpite dal lutto della separazione, anche per esempio istituendo un numero verde per offrire, a disposizione sempre, servizi sociali umani ed efficienti. Soprattutto si dovrebbe sapere che non esistono separazioni e divorzi fra loro uguali, ma che ogni persona vive il dolore del distacco a modo suo. Quindi magistrati ed avvocati hanno la serissima responsabilit\u00e0 di non potersi occupare dei protagonisti solamente nei minuti o nelle ore che il ruolo impone di dedicare loro. Qualsiasi gesto giudiziariamente significativo, e che incide sulla vita quotidiana della gente, deve rivelare non solo l’attenta competenza di chi lo compie, ma anche il rispetto della dignit\u00e0 di chi lo riceve. In nome della legge.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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