{"id":1546,"date":"2009-10-22T00:00:00","date_gmt":"2009-10-21T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2009\/10\/22\/a-scuola-si-inventano-la-lezione-di-sentimenti\/"},"modified":"2009-10-22T00:00:00","modified_gmt":"2009-10-21T22:00:00","slug":"a-scuola-si-inventano-la-lezione-di-sentimenti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2009\/10\/22\/a-scuola-si-inventano-la-lezione-di-sentimenti\/","title":{"rendered":"A scuola si inventano la lezione di sentimenti"},"content":{"rendered":"
Esiste un sentimentologo? E, se esiste, chi gli ha dato la patente? Un altro maestro di sentimenti forse? Un filosofo? Un pedagogo? Un playboy magari? Mi sembra riduttivo e pericoloso proporre l’introduzione a scuola dell’ora di sentimenti. In questa parcellizzazione ormai imbarazzante dell’educazione scolastica, c’\u00e8 la proliferazione eccessiva della cosiddetta “specializzazione in qualcosa”. Capisco che, cos\u00ec facendo, si potrebbero moltiplicare i posti di lavoro, ma si moltiplicherebbero anche l’ansia e la confusione di ragazzini costretti a fare zapping nella cultura. Anzich\u00e9 nutrirsi della cultura umanistica, scientifica, artistica. Ci\u00f2 che, possibilmente, dovrebbero fare a scuola. E, per di pi\u00f9, si avallerebbe la mania di delega che oggi i genitori sembrano avere nei confronti dei loro figli: l’evoluzione psicofisica dei bambini avviene ormai sotto il controllo di tate, nonni, asili, scuola e doposcuola, televisione, discoteche. I genitori sembrano limitarsi a esibirli o a sgridarli, preoccupandosi solo che ci sia sempre qualcuno a sostituirli, mentre sono al lavoro, dal parrucchiere, in palestra, in viaggio, al cinema e a cena da amici. Questa si chiama irresponsabilit\u00e0, cio\u00e8 incapacit\u00e0 di rispondere al ruolo e alla funzione che liberamente si \u00e8 scelto di affrontare. Costituire una famiglia \u00e8 un’occasione preziosa e prestigiosa, se viene suggerita da sentimenti di amore e lealt\u00e0. Ma \u00e8 anche una seria assunzione di responsabilit\u00e0, affettiva e giuridica, verso chi viene coinvolto nell’entusiasmante ma difficile percorso. I figli, sopra ogni altro. I figli che hanno il diritto non solo di essere mantenuti e accontentati, ma primariamente di essere istruiti ed educati. Anche ai sentimenti. Nella quotidianit\u00e0 della relazione familiare coi propri genitori, i bambini fin da piccolissimi devono poter imparare il senso dell’amore, della generosit\u00e0, della gratitudine. Ma anche capire il perch\u00e9 della rabbia, della vendetta, dell’odio. E ogni genitore trasmetter\u00e0 cos\u00ec il suo sapere dei sentimenti, modulandolo sulle esperienze gi\u00e0 vissute e su quelle affrontate con i figli. A volte sar\u00e0 un sapere grezzo e semplice, altre pi\u00f9 sofisticato o complesso. Comunque omogeneo al nucleo familiare e al territorio affettivo in cui si vive. Poi i ragazzi crescono, incontrano le maestre, i professori, i preti, gli istruttori di ginnastica, gli amici di entrambi i sessi. Ascoltano le canzoni. Si imbattono nei libri e film d’autore. Hanno esperienze di amicizie e di conflitti. Si entusiasmano o si sentono frustrati per gli accadimenti quotidiani. E quei semi di educazione, sparsi e coltivati con attenzione da genitori responsabili, maturano, fioriscono, si elaborano fino a dare i frutti di una giusta educazione sentimentale. Certo, ci sono anche semi non piantati, non innaffiati, non riconosciuti. Ci sono storie di padri e madri incapaci di favorire la crescita culturale e sentimentale dei figli. Inconsapevoli del soffio di energia vitale che la loro presenza e il loro esempio trasmettono ai figli. Ci sono genitori che rimangono allibiti nel constatare reazioni inaspettate dei loro ragazzi: non mettono mai in discussione se stessi e la propria leggerezza nell’averli fatti allevare ed educare da altri, spesso sconosciuti nel profondo, con storia e sensibilit\u00e0 estranee al tessuto familiare. E, dunque, non si capisce che senso possa mai avere un insegnante di sentimenti. Per di pi\u00f9 selezionato chiss\u00e0 da chi. Pu\u00f2 darsi il caso che egli si esprima in lezioni magistrali e profonde, proponendo agli attenti allievi considerazioni sull’onest\u00e0, l’amore, la responsabilit\u00e0 e la fedelt\u00e0. Pu\u00f2 darsi anche che gli allievi capiscano e imparino. Tuttavia pu\u00f2 succedere che qualcuno di loro, tornando a casa, si ritrovi a giudicare un padre che tradisce la madre con una ragazzotta, oppure la madre che trascorre le giornate a fare shopping, o anche il fratello adolescente che ruba e si droga. Come far\u00e0 quel bimbo a fare i compiti di sentimento? Dovr\u00e0 decidere di dimettersi da figlio, per non perdere la faccia davanti ai compagni e all’istruttore di emozioni. Il problema dunque non \u00e8 l’educazione sentimentale a scuola. La gravissima mancanza della nostra attuale societ\u00e0, \u00e8 che i genitori hanno abdicato il loro ruolo, preferiscono fare gli amiconi dei figli nella convinzione che cos\u00ec i figli si confidano e non si traumatizzano per gli interventi educativi. I figli invece crescono bene quando coscienziosi genitori cercano di insegnare loro, autorevolmente, la distinzione tra il bene e il male, l’amore e l’odio. Con la vicinanza, l’ascolto, la parola, l’esempio. Tutto il resto viene da s\u00e9 nella storia che ciascuno costruisce con la propria vita e le opportune letture. Non ci pu\u00f2 essere un professore di sentimenti, ma tutti gli educatori, in ogni disciplina, e prima di ogni altro i genitori, devono sapere trattare una materia cos\u00ec vitale da entrare nel pensiero, fino a trasformare l’anima per poi guidarne il comportamento.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Esiste un sentimentologo? E, se esiste, chi gli ha dato la patente? Un altro maestro di sentimenti forse? Un filosofo? Un pedagogo? Un playboy magari? Mi sembra riduttivo e pericoloso proporre l’introduzione a scuola dell’ora di sentimenti. In questa parcellizzazione ormai imbarazzante dell’educazione scolastica, c’\u00e8 la proliferazione eccessiva della cosiddetta “specializzazione in qualcosa”. Capisco che, … Leggi tutto<\/a><\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[5],"tags":[17],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1546"}],"collection":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=1546"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/1546\/revisions"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=1546"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=1546"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/abdp.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=1546"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}