{"id":1577,"date":"2008-03-21T00:00:00","date_gmt":"2008-03-20T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2008\/03\/21\/papa-separati\/"},"modified":"2008-03-21T00:00:00","modified_gmt":"2008-03-20T23:00:00","slug":"papa-separati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2008\/03\/21\/papa-separati\/","title":{"rendered":"Pap\u00e0 Separati"},"content":{"rendered":"

La solita, imbarazzante, lamentela dei pap\u00e0 separati \u00e8 questa: I divorzi aumentano; i costi di mantenimento dei figli sono alti altrettanto quelli degli avvocati; chi guadagna 1.500 ha dunque a disposizione meno di 400 \u20ac; circa 800 mila separati vivono sotto le soglie di povert\u00e0; 3.500 pap\u00e0 separati sono quasi clochard che frequentano i dormitori pubblici. In questa “emergenza”, la prima seria considerazione critica che si pu\u00f2 fare contro questa ennesima lagna \u00e8: “le loro mogli invece stanno meglio?” “e i loro figli?” Da qui una cascata di logiche domande. Primo. Quale era la prospettiva di vita di questi pap\u00e0 separati che, nell’esempio da loro proposto, guadagnerebbero 1.500 \u20ac dovendo impiegarne 1.100 ogni mese per pagare figli e spese legali? Che cosa succedeva quando loro erano in casa? Quando convivevano con la famiglia e non avevano i costi degli avvocati? E quanto riterrebbero giusto dare per crescere i loro figli? C’\u00e8 da chiedersi se le mogli lavorassero o no. E se no, perch\u00e9? C’\u00e8 ancora da chiedersi che genere di donna abbiano scelto come moglie e perch\u00e9 non si siano dati da fare per mantenere la famiglia unita anzich\u00e9 lasciare che si smembrasse. Bisogna anche domandarsi perch\u00e9 preferiscano il vittimismo del clochard alla pi\u00f9 dignitosa soluzione di tornare nella famiglia di origine. C’\u00e8 poi da indagare su che avvocati abbiano scelto (evidentemente cari ma perdenti) e quale giudice Torquemada abbiano mai incontrato. Nel concreto. Ipotizziamo che questo pap\u00e0 separato presunto clochard abbia una moglie non produttiva di reddito e due figli. Secondo uno schema elaborato dal Tribunale di Monza, e peraltro pi\u00f9 o meno seguito in tutta Italia, a fronte di un reddito di 1.500 \u20ac, tenuto conto anche dell’assegnazione della casa familiare, il Giudice pone a carico del coniuge pi\u00f9 forte un assegno in favore dei figli pari a circa 1\/3 dello stipendio e pari circa al 10% in favore della moglie. Quindi dei 1.500, a spanne, 500 sarebbero per i due figli e 150 per la moglie. Allora ci deve spiegare, il povero clochard di rimessa, primo come possano vivere tre persone con 650 \u20ac; (punto e virgola al posto di e) secondo come mai lui sia costretto ad andare al dormitorio avendo, da solo, a disposizione 850 \u20ac. Terzo deve, in ogni caso, responsabilizzarsi sulle sue scelte precedenti la separazione: accettare che la moglie non lavori e mettere al mondo due figli non potendo loro garantire n\u00e9 una famiglia serena n\u00e9 una separazione decorosa. In ogni caso, il malinconico senzatetto non ci ha ancora spiegato quale giudice e quale avvocato lo abbiano fatto restare con appena 400 \u20ac. Che costituiscono pur sempre il doppio, per lui solo, di ci\u00f2 che rimane a disposizione di ciascun membro della sua famiglia, cio\u00e8 220 \u20ac scarsi. Potrebbe replicare il poverino: “ma loro hanno la casa”. Si potrebbe ribattere che questo \u00e8 un costo da detrarre da quei 650 \u20ac. Purtroppo con questi implacabili pap\u00e0 separati, i ragionamenti razionali e concreti, conti alla mano, non bastano, anzi non servono veramente a nulla. Preferiscono organizzare ogni tanto qualche “daddy’s pride” \u2013 c’\u00e8 forse dell’orgoglio pi\u00f9 grande che chiamarlo orgoglio paterno? \u2013 svelando la loro patetica competizione con le madri alle quali vengono “dati” i figli pi\u00f9 che a loro. Preferiscono lamentarsi dei costi legali e perdere tempo invece di mettere in discussione i loro sistemi di vita e di organizzare pi\u00f9 produttivamente, anche in termini affettivi, il loro tempo. E’ davvero scandaloso che anche nella vigenza della legge sull’affido condiviso \u2013 applicata nel 94% dei casi \u2013 queste associazioni di padri dolorosi continuino a esprimere rabbia e rivendicazione verso le mogli, i giudici e gli avvocati senza mai riflettere un solo momento, con saggezza e lealt\u00e0, su loro stessi. Comunque sia, io non credo a queste opportunistiche statistiche che vengono divulgate appunto in occasione di queste manifestazioni pubbliche. Non credo che il 70 % di frequentatori di dormitori siano padri separati responsabili e per bene e percettori di stipendi che corrispondono all’80% degli stipendi medi italiani. Non credo che la maggior parte dei padri separati debba vivere in uno sgabuzzino da 70 \u20ac al mese o in un garage e mangiare alla mensa dei poveri. E’ ridicolo che quelli che si lamentano e propalano questi dati si accaniscano contro “l’industria fiorente del divorzificio” e le loro mogli. Nel corso della mia attivit\u00e0 professionale mi sono interessata a circa 18.000 casi e neppure uno coi dati catastrofici riferiti dai pap\u00e0 separati. N\u00e9 clienti n\u00e9 avversari. Pi\u00f9 frequenti sono, invece, i casi di pap\u00e0 che non vogliono pagare, che fingono di non avere denaro per pagare, che simulano di essere diventati poveri, che pretendono di avere i figli con s\u00e9 solo per non versare denaro alle mogli. Numerosi ancora i casi di pap\u00e0 violenti e anaffettivi. Vicini per numeri a quelli di madri violente e anaffettive, in verit\u00e0. Dunque, se questi pap\u00e0 separati vogliono fare i sociologi, gli psicologi e i giuristi, prima di tutto imparino a diffondere dati realistici, in secondo luogo non se la prendano con gli altri, ma comincino a fare autocritica e in terzo luogo non perdano tempo a piangere, ma onorino il loro ruolo di padre con l’orgoglio della fatica e dell’impegno indirizzati al concreto. In sostanza alcuni pap\u00e0, erano dei potenziali clochard ancora prima di sposarsi.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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