{"id":1590,"date":"2007-08-16T00:00:00","date_gmt":"2007-08-15T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2007\/08\/16\/caro-zio-renato\/"},"modified":"2007-08-16T00:00:00","modified_gmt":"2007-08-15T22:00:00","slug":"caro-zio-renato","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2007\/08\/16\/caro-zio-renato\/","title":{"rendered":"Caro zio Renato"},"content":{"rendered":"
Eh no, caro Zio Renato. Non mi sei proprio piaciuto. Ti chiamo cos\u00ec, perch\u00e9 dici che noi di libero siamo tutti parenti. E io ho scoperto di avere, invece del fratello, pressoch\u00e9 coetaneo, come credevo, uno zio dell’ottocento. Sai quei signori anziani, molto codini e altrettanto incoerentemente indulgenti? Da te, cos\u00ec rigoroso, proprio non mi aspettavo l’elogio del tradimento. Per di pi\u00f9 sorretto da uno pseudo sillogismo che non sta in piedi: “l’amore \u00e8 responsabilit\u00e0, amare \u00e8 saper perdonare, quindi il tradimento merita il perdono di chi si ama”. E allora come colleghi la responsabilit\u00e0, soprattutto quella affettiva, al tradimento? E’ responsabile chi tradisce ed \u00e8 altrettanto responsabile chi perdona? Nell”800, appunto, quando le donne avevano poca voce in capitolo e gli uomini si autogiustificavano ogni nefandezza come affermazione di virilit\u00e0 e carnalit\u00e0 ingovernabile, la tua tesi sarebbe stata forse sostenibile. Ma oggi, educati come dovremmo essere ai diritti e ai doveri individuali, alla responsabilit\u00e0 sociale, alla graduazione degli interessi, al rispetto di regole uguali per tutti i sessi, questa tesi \u00e8 tanto antistorica da essere offensiva. Verso i sentimenti e verso l e persone. Da te avrei preferito l’elogio della fedelt\u00e0, eroica ed erotica al tempo stesso. E, comunque sia, da considerarsi il minimo assoluto da offrire a un partner che si rispetti. Quando si ha rispetto anche per s\u00e9 stessi. Io non ho mai affermato che il sesso sia di importanza tale da indursi a separarsi quando nella coppia non c’\u00e8 pi\u00f9. Anzi, da sempre sostengo che il sesso e la libertina carnalit\u00e0 sono di grado talmente infimo nella valutazione delle cose coniugali, che chiunque, se tradisce per sesso, dovrebbe interrogarsi sulle proprie qualit\u00e0 e sul suo ruolo nella coppia. Dopodich\u00e9, con coraggio, decidere la separazione per non perpetuare la miseria del suo comportamento. E questa soluzione, non \u00e8 come dici tu, caro Zio Renato,”l’audace amore per la libert\u00e0” e l’opportunit\u00e0 di fare sesso. Non ci si separa “facendo fagotto” e “mollando la prole e il coniuge in nome dell’orgasmo e annessa illusione sentimentale”. Ci si separa per non vergognarsi di s\u00e9, sia che si abbia tradito, sia che non si voglia soggiacere alle meschinit\u00e0 quotidiane del traditore. Peraltro, separandosi, non \u00e8 cos\u00ec certo che si salgano montagne “in solitaria gloria”: perch\u00e9 ci\u00f2 possa avvenire, \u00e8 indispensabile continuare a onorare ogni giorno i sentimenti e i valori che hanno imposto la decisione. Quindi di spazio per gli orgasmi ce n’\u00e8 ben poco. Non si “vola via”. Si ricomincia il cammino faticoso della vita senza la zavorra di menzogne, grettezze, ingiurie e umiliazioni che ogni traditore affonda nel cuore del tradito. SI lascia il dolore sporco per respirare, pur tra asma e bronchiti di ritorno, l’ossigeno della pulizia morale. Perch\u00e9 la “volutt\u00e0 del momento”, come tu definisci il gesto orrendo di infangare il progetto vitale di una coppia, deve valere di pi\u00f9 degli stessi sentimenti verso il partner? Se i sentimenti, il “giudizio commosso”, il “senso della vita” sono pi\u00f9 importanti, perch\u00e9 cedere al piacere del momento? E’ troppo comodo ricevere tutto: emozioni sessuali precarie e anche sentimenti profondi e tetragoni. Garantiti dal diritto assoluto al perdono. E’ il potenziale traditore, invece, che si deve interrogare, prima di ogni gesto egoista e crudele. Non il tradito che, nel dolore amaro, dovrebbe perdonare la volubilit\u00e0 e l’incoscienza di chi privilegia il piacere genitale sopra ogni promessa e storia familiare. E’ il traditore che deve pensare ai figli un attimo prima di spogliarsi clandestinamente dell’onore e delle promesse fatte. C’\u00e8 sempre dietro l’angolo di ogni coppia una sadica fatina bionda o un giocoso bruto azzurro che pu\u00f2 attentare alla fedelt\u00e0, ai sentimenti, alla vita e all’onore di ciascuno. La persona di carattere, matura e consapevole, sa resistere alle inevitabili tentazioni e deve sapere che in amore non bisogna mai mettersi nelle condizioni di chiedere scusa. Perch\u00e9 fare del male all’altro vuol dire prima di tutto rinnegare s\u00e9 stessi. Ma poi, soprattutto, significa ferire a morte chi sta dichiarando amore. E che senso ha il perdono per chi \u00e8 condannato a morte? E’ un’illusione per non morire. E’ un confuso, forse l’ultimo, gesto di generosit\u00e0 confidando nel Paradiso. Il futuro non c’\u00e8 pi\u00f9. E’ stato inevitabilmente compromesso dall’egoismo del tradimento e dalla presunzione del perdono sicuro, veleni mortali che pregiudicano la sanit\u00e0 psicofisica anche di chi li ha inoculati. In conclusione, caro antico zio Renato, l’unico possibile sillogismo \u00e8 il seguente: l’amore \u00e8 responsabilit\u00e0, chi \u00e8 responsabile non tradisce, chi sa amare non pu\u00f2 essere un traditore. E il perdono \u00e8 l’estrema unzione dell’amore<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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