{"id":1605,"date":"2007-02-10T00:00:00","date_gmt":"2007-02-09T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2007\/02\/10\/beati-i-cattivi-perche-potranno-diventare-buoni\/"},"modified":"2007-02-10T00:00:00","modified_gmt":"2007-02-09T23:00:00","slug":"beati-i-cattivi-perche-potranno-diventare-buoni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/abdp.it\/blog\/2007\/02\/10\/beati-i-cattivi-perche-potranno-diventare-buoni\/","title":{"rendered":"Beati i cattivi, perch\u00e9 potranno diventare buoni"},"content":{"rendered":"

Se c’\u00e8 una cosa che non sopporto, e che da tutti dovrebbe essere considerata intollerabile, \u00e8 che non esistono pi\u00f9 i buoni e i cattivi. Non c’\u00e8 pi\u00f9 niente di giusto o sbagliato. Non c’\u00e8 il male e non c’\u00e8 il bene. Tutto \u00e8 possibile, nulla \u00e8 vietato. La colpa \u00e8 del “politicamente corretto”, questa mentalit\u00e0 strisciante e ipocrita che ha ammorbato persone e valori fino a rendere ogni cosa non dicibile o giustificabile. O, comunque sia, dicibile in un modo diverso e garantita da una metafora buonista. Cosicch\u00e9, a ogni fatto e a ogni persona viene riconosciuta una ragione positiva dell’evento o del comportamento. Non si apprezza pi\u00f9 il merito e, quindi, non esiste pi\u00f9 il demerito. Il ragazzino a scuola non teme di essere bocciato, se \u00e8 un asino o un pelandrone, tanto non si vergogner\u00e0 di essere promosso col “debito di formazione”. Cosa sar\u00e0 mai un debito, quando nella comunicazione familiare se ne parla disinvoltamente come di una necessit\u00e0 per esibire la casa, la tv al plasma e l’ultimo modello di Suv? Al ragazzino nessuno ormai racconta che una volta una persona d’onore si sparava quando non riusciva a pagare i debiti sventatamente contratti. Oggi chiunque abbia un debito, anche minimo, sa che pu\u00f2 contare sui tempi garantisti della giustizia che pretende prove inossidabili prima di condannare al dovuto pagamento il disonesto approfittatore del denaro e dei servizi altrui. E a proposito di onore, cosa \u00e8 stato spiegato alle ragazzine quattordicenni “di buona famiglia” che perseguitavano e seviziavano una coetanea pi\u00f9 carina perch\u00e9 conquistava e seduceva pi\u00f9 ragazzini di loro? Troppe bugie Vogliamo parlare una volta per tutte di bont\u00e0, cattiveria, invidia, odio, vendetta o dobbiamo ancora addolcire la tragedia con spiegazioni del tipo “disagio sociale”, “immaturit\u00e0 affettiva”, “incomprensione relazionale”? Perch\u00e9 l’uomo che tradisce \u00e8 sempre in “crisi esistenziale” (e quindi bisogna capirlo), la donna infedele \u00e8 “alla ricerca di se stessa” (dove? In quale parte del corpo?), il bambino che ruba \u00e8 “bisognoso di affetto” e l’omicida \u00e8 “esasperato dagli avvenimenti”? A volte le giustificazioni sono valide, ma quasi sempre si deve avere il coraggio di definire ladro chi ruba, traditore chi \u00e8 sleale, bugiardo chi mente, disonesto chi inganna. Vandalo chi ha spaccato le vetrine dei negozi e viene invece qualificato “contestatore politico”. Tutti cattivi. Certamente non “buoni ma sfortunati”. E poi, cos’\u00e8 questo cinismo paludato d’ironia, che si risolve nell’ingiusta sdrammatizzazione del gravissimo eccidio, nel ridere della boutade “meglio l’erba dei vicini dei vicini di Erba”? Ci sono caduta anch’io, che ho voluto rispondere ai plurimi sms : “e che dire del vicino fatto di Erba?”. Ma me ne sono vergognata subito dopo l’irrevocabile invio. Il mio inoltro ha svalutato l’orrore della tragedia e il gravissimo problema della droga. Ma tant’\u00e8. Ho capito che rischio l’inquinamento della leggerezza, della superficialit\u00e0, della disattenzione ai valori cardine della societ\u00e0 civile. Valori che stanno evaporando grazie appunto alla mistificazione del politicamente corretto, che nasconde il vero per farci sentire tutti pi\u00f9 gentili, educati e comprensivi. Mistificazioni Se dici cieco a un non vedente, o negro a uno di colore, o handicappato a un “diversamente abile”, sei giudicato incivile e culturalmente scorretto. Ma se stupri un bambino, tutt’al pi\u00f9 ne avrai abusato (e nessuno valuta che l’abusare presuppone un diritto all’uso) e sarai coccolato dagli psicologi come “non ancora socialmente inserito”. E se poi lo uccidi, quel bambino, hai diritto al perdono istantaneo che, automaticamente, l’assassino e la societ\u00e0 buonista pretendono, tanto che a volte la vittima sopravvissuta ritiene doveroso concederlo. Che senso ha il perdono quando uno non sa neppure di essere cattivo, perch\u00e9 mai nessuno lo giudicher\u00e0 tale? La societ\u00e0 ci vuole tutti buoni ma ricchi di alibi. I cattivi ci sono, invece. Facciamocene una ragione. Se non altro per difenderci in tempo. Dunque, se vogliamo una societ\u00e0 civile, se vogliamo riappropriarci del senso dell’onore e dell’autentico rispetto della vita e degli altri, riprendiamoci dall’archivio parole che sono ancora su tutti i dizionari, a cominciare da “buono” e “cattivo”, “onesto” e “disonesto”, “generoso” e “avaro”. “Verit\u00e0” e “menzogna”. Ma non dimentichiamoci di “invidia”, “odio”, “vendetta”. Senza di che non avrebbero senso n\u00e9 l’onore n\u00e9 la vergogna.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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