di Avv. Rebecca Sinatra <\/p>\n\n\n\n
“Mi sono separata da mio marito perch\u00e9 mi tradiva, ora che \u00e8 morto che diritti ho?”. Risponde l’Avvocato del Cuore<\/p>\n\n\n\n
Caro Avvocato, mi chiamo Marta e sono separata da mio marito da ormai due anni perch\u00e9 lui mi ha tradita. Qualche settimana fa, a causa di una brutta malattia che lo ha colpito, \u00e8 deceduto. Quali sono i miei diritti? Anche se eravamo separati, posso avanzare pretese sul suo patrimonio?<\/strong><\/p>\n\n\n\n La separazione tra coniugi pu\u00f2 essere consensuale, in caso di accordo, oppure giudiziale, cio\u00e8 a seguito della causa davanti al giudice. La separazione giudiziale pu\u00f2 essere: senza addebito o con addebito. Si parla di separazione \u201ccon addebito\u201d quando uno dei coniugi \u00e8 stato ritenuto dal giudice responsabile per la fine del matrimonio. Quindi, il coniuge ha tenuto un comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio e tale comportamento ha provocato l\u2019intollerabilit\u00e0 della convivenza per l\u2019altro coniuge che ha richiesto l\u2019addebito. Comunque sia, anche se separati legalmente, moglie e marito continuano a essere considerati \u201cconiugi\u201d, perch\u00e9 tra loro rimane il vincolo coniugale, quindi reciprocamente eredi.<\/p>\n\n\n\n La posizione del coniuge separato, tuttavia, cambia a seconda che quest\u2019ultimo sia stato ritenuto dal giudice, colpevole (oppure no) per la fine del matrimonio. Ossia, detto in termini pi\u00f9 tecnici, se gli \u00e8 stata o non gli \u00e8 stata addebitata la separazione. Se vi \u00e8 stata separazione senza addebito, il coniuge e il coniuge separato sono praticamente equiparati. Quantomeno sino al divorzio.<\/p>\n\n\n\n Il coniuge separato \u201cnon colpevole<\/strong>\u201d, infatti, succede all\u2019altro deceduto, come se i due fossero ancora sposati. Avr\u00e0 quindi diritto: a) all\u2019intera eredit\u00e0 se non concorre con altri successibili; b) alla met\u00e0 dell\u2019eredit\u00e0 se alla successione concorre con un solo figlio; c) a un terzo dell\u2019eredit\u00e0 se concorre alla successione con pi\u00f9 figli; d) ai due terzi dell\u2019eredit\u00e0 se concorre con gli ascendenti o con fratelli e sorelle del coniuge defunto.<\/p>\n\n\n\n In poche parole, il coniuge al quale non \u00e8 stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato, gode degli stessi diritti successori del coniuge non separato. Diversamente, se la separazione \u00e8 stata addebitata con sentenza passata in giudicato, il coniuge \u201ccolpevole<\/strong>\u201d perde i diritti successori e potr\u00e0 avere diritto al solo (eventuale) assegno vitalizio a carico dell\u2019eredit\u00e0. A condizione, per\u00f2, che al momento dell’apertura della successione, gi\u00e0 godesse di un assegno alimentare.<\/p>\n\n\n\n E in caso di divorzio?<\/strong> Il divorzio fa perdere al coniuge superstite la possibilit\u00e0 di succedere. Solamente a seguito del divorzio, gli ex coniugi perdono tutti i diritti successori e il patrimonio del de cuius<\/em> viene devoluto integralmente a favore degli altri eredi. Tuttavia, se il coniuge divorziato superstite versa in stato di bisogno (quindi non ha le risorse economiche per soddisfare le essenziali e primarie esigenze di vita) ed era titolare di un assegno divorzile, il Giudice potr\u00e0 disporre un assegno periodico in suo favore a carico dell’eredit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n In caso di accordo fra l\u2019avente diritto e i soggetti obbligati, poi, la corresponsione dell\u2019assegno pu\u00f2 anche avvenire in un\u2019unica soluzione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" di Avv. 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