So di addentrarmi in un terreno infido e impopolare, ma devo dire con estrema certezza che non credo all’istinto materno. Non tutte le mamme sono buone: anzi, ogni giorno si racconta di madri cattive, egoiste, interessate, trascuranti. Il destino di ognuno di noi è disegnato dall’amore o dal disamore della madre. Dal suo infinito potere di dire e fare e dare. Ogni giorno sin dal giorno della nascita. Fortunatamente ci sono molti padri che sanno compensare i disastri causati dalle madri inadeguate. Le madri peggiori sono quelle che si pongono al di sopra della legge, e quindi per esempio, violano il diritto giuridico e affettivo dei figli di voler vivere anche l’amore del padre, dei nonni, o degli amici. Ci sono madri che per vendetta rapiscono i figli, cambiano nazione e si rendono irreperibili. Altre che si «limitano» a ostacolare sistematicamente gli incontri col padre. L’ultima, in ordine di tempo, che, addirittura, espone le figlie ai rischi del regime di protezione dell’amante, un pentito di mafia. Scelte, tutte queste e altre ancora, profondamente egoistiche e gravide di danni irrimediabili e irrisarcibili nel futuro dei figli. Madri imperiose e implacabili; rivendicative e sanguinarie, che usano i figli come un proprio indiscutibile diritto; oggetti personali che diventano armi improprie da puntare contro il malcapitato padre. Queste mamme cattive disonorano la funzione sociale e affettiva più importante di qualsiasi altra. I giudici, donne e uomini, senza pericolosi e garantisti schieramenti di genere (che sovente, a loro volta, disonorano la giustizia) devono poter intervenire con la massima severità: guardare, cioè, oltre l’amore materno dato per scontato, e sanzionare con durezza l’amore che non c’è. Perché le madri spietate e arroganti partoriscono tutti i mali del mondo.