Quando si è innamorati, non c’è dubbio. Condividere il letto e la notte è un desiderio irrinunciabile; l’esigenza basilare della coppia. Non a caso Sàndor Marài ha scritto “L’amore dispone di due palcoscenici sui cui si recita il grande duetto, e sono entrambi infiniti: il letto e il mondo”. E’ intimo, in modo quasi inspiegabile, condividere il lettone: ci si sente coppia, di un grado più speciale che con la sessualità o con i comuni progetti di vita. Nel letto matrimoniale c’è l’abbandono reciproco all’altro, la complicità del “giù la maschera”, l’emozione della fisicità. C’è un senso di sicurezza quasi cosmico, che permette di negare l’ansia della solitudine. C’è la convinzione di essere protetti. La vicinanza sotto le coperte sollecita tante voglie e soddisfa molti bisogni, quando le persone si amano. Se c’è l’amore, dormire distanti, persino nella stessa casa, rende tristi e inquieti. Ci si sente privati di possibili tenerezze. Ci si domanda perché tante ore lontani da quel corpo e da quel respiro. E’ impossibile che gli innamorati rinuncino razionalmente al simbolico abbraccio notturno che esaudisce la voglia dell’altro. ,Non è solo la spontaneità e l’immediatezza del desiderio erotico, che subito si esprime senza filtri e costrizioni, ma soprattutto l’opportunità di una carezza improvvisa, la voglia di raccontarsi e raccontare, l’occasione di ascoltare nel silenzio. Si creano, nel calore della quiete notturna, momenti di reciproco scambio, sovente non attuabili nelle giornate tumultuose e assordanti della coppia che ha una famiglia. Chi condivide con gioia la voglia di dormire con l’altro, anela per tutto il giorno a vivere l’attimo in cui si possono chiudere tutti gli altri fuori dalla camera matrimoniale e può cominciare la solitudine accesa della coppia. C’è, nell’andare a dormire con la persona che ami, nello spogliarsi insieme con gesti naturali, nel condividere le abitudini individuali acquisite nel tempo, nel ripetere a due voci i riti serali, nel lasciarsi andare contemporaneamente sotto le lenzuola, una seducente colonna sonora che scandisce la storia della coppia. Insieme, le persone che si amano, rendono meno oscura la notte e si allontanano dal mondo, perché l’addormentarsi insieme è di per sé un’energia che coltiva i sentimenti e scaccia le paure. Poco importa se poi si dorme a cucchiaio (raggomitolato sulla schiena del partner sdraiato sul fianco) o a cancelletto (quando si arpiona l’altro con la gamba o con il braccio) o dandosi la schiena (cioè a bilancia). ,Il modo di essere nel letto dà probabilmente prova dei caratteri e del tipo di relazione, ma intanto la coppia vive la verità e la pienezza dell’amore; condivide la vulnerabilità del proprio essere con qualcuno che dà fiducia; dichiara così ogni giorno e ogni notte di volere continuare a stare insieme. Che poi l’uno o l’altra, cominci a un certo punto a lamentarsi del russare del partner, o s’infastidisca perché non c’è l’accordo nel guardare lo stesso programma televisivo, o si lamenti della luce accesa, ciò significa solo che l’amore si sta dileguando per lasciare spazio ad altri sentimenti. O al niente. Se la vita nel lettone riflette la temperatura dell’amore, ecco questo è proprio il tempo di pensare seriamente alle camere separate. Meglio ancora, a due case distanti.