di Dott.ssa Michela Carlo
“Gentile Avvocato, sono da poco entrato nel mondo di Instagram e, per quanto fossi inizialmente scettico, adesso mi sta appassionando. Pubblico foto dei paesaggi locali, della flora e della fauna e credo – senza finta modestia – che le mie foto siano davvero belle, artistiche e originali. Posso vantare una sorta di diritto d’autore o copyright su ognuna di loro e in generale su tutto lo stile del mio profilo? Grazie”
Caro lettore, o forse dovrei dire “instagrammer”, la Sua domanda è tutt’altro che scontata. In un mondo nel quale “se non posti non vale”, se non condividi parte della tua vita e non ti rendi visibile sui social potresti essere giudicato “antiquato” o “alternative chic”, è giusto interrogarsi sugli aspetti giuridici (che siano diritti, divieti, reati) e le conseguenze di ciò che si pubblica, si riposta, si salva sulle piattaforme social, come Instagram, Facebook, Tik Tok e via dicendo.
Innanzitutto è bene chiarire che i termini che Lei ha usato come sinonimi, cioè “diritto d’autore” e “copyright”, qualificano in realtà due differenti istituti, per storia, significato, normative e tutela. Anche se dopo la Convenzione di Berna del 1971 i due modelli tendono a uniformarsi.
La funzione comune è quella di disciplinare le opere dell’ingegno dell’uomo, ma il copyright (letteralmente “diritto di copia”) nasce negli ordinamenti giuridici di common law (basati più sui precedenti giurisprudenziali che su codici e leggi, come il Regno Unito) in seguito all’invenzione della stampa e la maggior diffusione di libri. A quell’epoca si sentì l’esigenza di controllare la circolazione di opere tramite la regolamentazione del diritto esclusivo di copia riservato all’editore, al quale soltanto veniva riconosciuta la possibilità di stampare e diffondere quella determinata opera grazie al “copyright” e garantirsi i diritti patrimoniali derivanti dal suo sfruttamento economico.
Il diritto d’autore, invece, è tipico degli ordinamenti giuridici di civil law (basati principalmente sulla codificazione legislativa, come l’Italia) e nasce dal diverso presupposto, di carattere morale, di tutelare la “paternità/maternità” di una determinata opera, riconducendola al suo autore originario, cioè a colui il quale l’ha creata. In altre parole, il diritto d’autore è finalizzato a tutelare la personalità dell’autore/ideatore, il quale ha il diritto esclusivo di usare l’opera, di autorizzare o rifiutare la produzione, la distribuzione o la rappresentazione.
Insomma, tutto ciò che si “inventa”, purché sia un progetto o un’idea davvero inedita (cioè originale) può essere tutelato e, dunque, senza il consenso esplicito dell’autore non ci si può appropriare di un’opera e diffonderla. Basti pensare al simpatico film “Saving Mister Banks”, ispirato alla storia vera di Walt Disney, che dovette lottare anni per ottenere i diritti del romanzo “Mary Poppins” dalla scrittrice, la quale era restia a cederli fin quando non comprese che la personalità della sua opera sarebbe stata salvaguardata e anzi valorizzata con quello che poi divenne il celeberrimo e amatissimo film d’animazione.
Ebbene, per tornare alla Sua domanda, gentile lettore, Le sciolgo subito ogni dubbio: anche sui social vale il diritto d’autore. Non tutti lo sanno, perché molti, nel momento dell’iscrizione a un qualsiasi social, “saltano” quei noiosi passaggi che spiegano il regolamento delle piattaforme digitali e le condizioni d’uso, accettando acriticamente qualsiasi cosa ci sia scritta.
Invece, proprio tra quei “noiosi” passaggi, ogni social network dà agli utenti delle vere e proprie linee guida, anche sulla tutela del diritto d’autore; nel caso dell’Italia, per esempio, rimandando alla normativa vigente: principalmente, la legge n. 633 del 1941. Questa legge, per quanto risalente, definisce in modo “ampio” tutte quelle che sono considerate opere dell’ingegno creative (“che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”), permettendo, così, di includere tutte le nuove opere frutto dell’evoluzione tecnologica.
Instagram, tra tutti, è oggi il social più usato e rappresenta il canale di trasmissione di molte “opere dell’ingegno”, principalmente fotografie e video.
Ecco perché tutti, oltre a Lei, dovrebbero preoccuparsi dei contenuti pubblicati sui propri social network: se si scatta una foto in un luogo suggestivo, la si pubblica fieri sul proprio profilo e, poco tempo dopo, si scopre che quella foto è stata condivisa senza autorizzazione sul profilo di un altro utente, magari molto “seguito”, quest’ultimo avrà commesso una violazione del diritto d’autore.
Instagram, del resto, nei “Terms of Service”, cioè le condizioni d’uso della piattaforma social e i diritti e gli obblighi derivanti all’utente, chiarisce ciò che avviene quando l’utente pubblica ogni singolo contenuto. In particolare, spiega ““Non rivendichiamo la proprietà dei contenuti dell’utente che ci concede la licenza di usarli. (…) Al contrario, quando l’utente condivide, pubblica o carica un contenuto coperto da diritti di proprietà intellettuale (ad es. foto o video) in relazione o in connessione con il nostro Servizio, ci concede una licenza non esclusiva, non soggetta a royalty, trasferibile, conferibile in sottolicenza e globale (…)”.
In altre parole, Instagram chiarisce che ogni singolo utente è titolare dei contenuti che pubblica, pertanto tali contenuti dovranno essere autentici e non copiati o scaricati da Internet o dei quali non si possiede il diritto di pubblicare. In cambio del servizio offerto, cioè l’uso del social, Instagram si riserva solo una licenza, ma limitata e valida fin quando quel determinato contenuto sia presente su Instagram. Di certo, quindi, pubblicando foto o video non si cedono automaticamente i diritti d’autore. Se da una parte è vero che la pubblicazione di una foto sul social non implica automaticamente la titolarità del diritto d’autore/copyright sulla stessa, dall’altra parte è altrettanto vero che la semplice pubblicazione dà la presunzione di tale titolarità fino a prova contraria.
Ecco perché, quando altri pubblicano creazioni altrui senza autorizzazione del proprietario, Instagram suggerisce come agire: prima di tutto, è consigliabile contattare l’utente colpevole, ma forse anche inconsapevole, di aver pubblicato un’opera altrui e chiedergli di rimuovere il contenuto. Se questo soggetto non dovesse rispondere o rifiutarsi di eliminare quanto illegittimamente “copiato e ripostato”, ci si può rivolgere alla “community” di Instagram (o di qualsiasi altro social) segnalando la violazione. Peraltro, la piattaforma social è la prima ad agire nei casi di violazione delle sue regole, attivandosi per rimuovere eventuali contenuti pregiudizievoli e, in casi gravi, rimuovere il profilo dell’utente “inadempiente”.
In ultima istanza, non resta che rivolgersi a un professionista, il quale potrà persino ottenere il risarcimento del danno patrimoniale e morale per violazione del diritto d’autore, in base al caso concreto e alla gravità del “plagio” commesso.