Le tariffe della vita

Di Annamaria Bernardini de Pace

Due ragazzini di 14 e 15 anni, per un migliaio di euro a testa, avrebbero accoltellato e ucciso un quarantenne. Si ritiene che il mandante sia un altro quarantenne che, appunto, avrebbe dato 2.000 euro ai ragazzi e che il movente sarebbe un debito di droga di tutti e tre verso l’ucciso. 

Tutto dovrebbe essere presunto – assassini, mandante, costo e movente – ma, intanto, un poveretto è morto e i tre orrendi vivi sono tutti in custodia cautelare, mentre proseguono le indagini.
Ma è davvero sconvolgente che tre persone, un adulto e due minorenni, possano dare un valore così infinitesimale alla vita umana. Per quanto drogati. Certo, a sua volta, il presunto mandante aveva debiti con la vittima, forse il denaro ai baby killer non è stato neppure dato, ma solo promesso. Fatto sta che due ragazzini hanno ritenuto avvincente il compito di far fuori un uomo, a un certo prezzo. 

C’è una marea di gente che ammazza gratis, direttamente e senza filtri. In questo terribile fatto, invece, c’è stato un costo.
Riflettiamo.

1000 euro corrispondono al controvalore di circa 20 grammi di oro, o di uno smartphone, o forse di 50 grammi di cocaina. 

E ancora. Un’invalidità che colpisce la vita all’ 1,5%, secondo le tabelle giudiziarie del danno biologico, merita un risarcimento di poco più di 2.000 euro. Ovviamente, nessun prezzo sarebbe mai giusto per cancellare una qualsiasi vita umana. La rabbia, l’astio, l’avidità, il rancore, peraltro, consentono di uccidere senza tariffe. 

Ma se davvero in questo caso, la vita di quel poveretto è stata monetizzata, che cosa può avere mai convinto il presunto mandante, che 2.000 euro sarebbero bastati per sopprimerla? Che cosa ha reso fieri questi ragazzi di compiere l’azione più orrenda che ci sia, potendo incassare 1000 euro ciascuno? Eppure, sono ragazzi, anche se drogati e abbandonati nei vicoli della città, che un tempo non lontano hanno avuto un papà e una mamma affettuosi, che sono andati a scuola, al catechismo, e che hanno ricevuto anche il minimo di educazione per la quale la vita ha un senso, è preziosa e ha un valore inestimabile. 

Quali ferite, quali sbagli dei grandi, quali incontri, possono avere trasformato due ragazzini adolescenti in assassini avidi di così poco?
Non che 100.000 euro sarebbe stato il prezzo giusto di una vita eliminata, e neppure un milione di euro, ma è proprio l’aver ridotto il valore di una vita così ai minimi termini, che rende ancor più inquietante il gesto violento. 

Tutti i giorni, in tutte le parti del mondo, ci sono morti ammazzati. Freud sosteneva che noi proveniamo da generazioni di assassini che avevano nel sangue, come forse ancora abbiamo tutti noi, il piacere di uccidere.
Forse è questo piacere che ha convinto i ragazzini e non la conquista dei 1.000 euro? Probabilmente al piacere di uccidere avranno aggiunto la fierezza del proprio coraggio, la forza dimostrata, la supremazia del ragazzo sul maschio più grande, ma anche la convinzione di meritare un compenso. Non vi è mai giustificazione per un omicidio, ma è impensabile non domandarsi come si arrivi al momento nel quale, appunto, si uccide e come, soprattutto, lo possa mai anche solo pensare un adolescente.

Ne abbiamo sentite di figli che uccidono i genitori, di genitori che uccidono i figli, di mariti che uccidono le mogli, di killer prezzolati che uccidono chiunque, ma è la prima volta che sentiamo di un quarantenne, talmente bieco e vigliacco, da assoldare due adolescenti per un migliaio di euro ciascuno per uccidere il nemico. Ecco, questo, forse, è il motivo vero dell’orrore di questo caso di cronaca, tanto squallido quanto doloroso. La strumentalizzazione che un adulto fa di due minorenni, ingolosendoli con una cifra per loro inarrivabile in altro modo. Non è, quindi, il valore della vita umana, alla quale i ragazzi hanno pensato, ma il valore di se stessi nel poter incassare 1000 euro in una sola volta. Forse la convinzione e l’orgoglio di potercela fare in un’ora, invece che con lo stipendio alla fine di un mese di lavoro. 

Certo, che se la vita di un uomo morto valeva 1000 euro, quanto vale quel che resta della vita dei due giovani assassini?