Maud de Boer Buquicchio, vice segretario generale del Consiglio d’Europa, nella conferenza tenutasi a Strasburgo il 19 febbraio scorso, ha presentato la bozza della nuova Convenzione europea sui diritti dei minori. Ha spiegato che la convenzione attualmente in vigore sul tema dell’adozione risale al 1967. Dunque, vi è l’urgente necessità di adeguare, e innovare la normativa sul punto alla profonda, radicale e significativa evoluzione della società e dei costumi. Per di più c’è il recentissimo precedente dell’importante e rivoluzionaria sentenza della Corte europea per i diritti umani, che ha sanzionato la Francia per avere discriminato una donna, negandole l’adozione solo perché omosessuale. Il testo della Convenzione è ancora in fase di completamento ma De Boer Buquicchio ha, comunque, anticipato i punti più significativi della nuova normativa europea, in forza della quale i single potranno diventare genitori adottivi, e anche le coppie eterosessuali non sposate. In particolare, in Europa gli Stati nazionali avranno l’obbligo di recepire questa indicazione poiché, come è stato sottolineato, “quello dei single è un diritto pieno”. Dunque, tutti quei Paesi (come l’Italia) nei quali l’adozione è oggi possibile solo per le coppie unite in matrimonio, dovranno necessariamente adeguarsi alla nuova norma sovranazionale, modificando di conseguenza le rispettive leggi interne. Tra le novità, l’apertura dell’adozione anche alle coppie omosessuali, registrate o semplicemente conviventi. Su quest’ultimo punto, però, gli Stati non avranno alcun obbligo di aggiornamento delle leggi, giacché “la Convenzione apre questa possibilità, ma lascia alla discrezione del singolo Stato”. Del resto, questa opportunità, sebbene articolata diversamente, esiste già in Olanda, in Spagna, in Svezia, nel Regno Unito, in Germania, in Danimarca e in Belgio. La Svezia, per esempio, consente alle coppie omosessuali di adottare anche bambini stranieri; mentre in Germania e Danimarca il gay può, più restrittivamente, adottare solo il figlio del partner (per i tedeschi, solo se si tratta di figlio naturale del compagno o se nato con il sistema dell’inseminazione artificiale, mentre per i danesi solo se è figlio nato dalle rispettive precedenti unioni). Ma il nuovo testo della Convenzione, a ulteriore tutela dei fondamentali interessi dei bambini, prevede anche che questi siano più coinvolti nell’iter adottivo, in rapporto alla loro maturità e al grado di comprensione della situazione di vita che li vede protagonisti. E, naturalmente, sempre quando hanno compiuto i 14 anni. I minori, quindi, dovranno essere ascoltati e potranno manifestare liberamente i loro desideri e la loro volontà. Sarà, inoltre, riconosciuto il diritto degli adottati di sapere le loro origini, cercando, come ha, tuttavia, precisato il vice segretario generale, di trovare un punto di equilibrio con lo speculare diritto dei genitori biologici di rimanere anonimi. E ciò, anche attraverso l’istituzione di specifiche autorità competenti a valutare e decidere caso per caso. Sembra che le novità siano molte altre, ma si dovrà necessariamente attendere il testo definitivo. La nuova Convenzione ha più obiettivi e tutti interessanti: andare incontro al nuovo sentimento sociale degli europei, uniformare le singole – e diversissime – leggi nazionali, fornire a tutti gli Stati indicazioni di base in linea con la giurisprudenza della Corte Europea. Attendiamo, adesso, che venga sottoposta al Comitato dei Ministri per la firma, il prossimo maggio. Dopodiché i 47 Paesi rappresentati dal Consiglio d’Europa procederanno alla ratifica della convenzione.