La legge e la giurisprudenza non riconoscono nella separazione il diritto di assegnazione della casa coniugale a uno dei coniugi, se non ci sono figli. Assegnare la casa, cioè legittimare che uno dei due vi resti per decisione del giudice, implica infatti l’evidente compressione del diritto dell’altro che ne sia proprietario, un diritto sacrificabile solo nell’interesse dei figli. Viola e Marco, senza figli, per anni hanno combattuto ostinatamente per l’improbabile diritto di assegnazione dell’attico di cui erano comproprietari al 50 %, facendo valere lei la propria debolezza reddituale e lui il fatto di aver pagato una maggiore porzione di mutuo. Naturalmente il Tribunale ha continuato a dare torto a entrambi che, benché separati e poi divorziati, hanno proseguito imperterriti e infelici la belligerante convivenza, per odio reciproco e amore della casa irrinunciabile per entrambi. Finchè Viola ha trovato casualmente un delizioso terreno sul mare nel Sud della Francia, senza alcuna possibilità però, presente e futura, di edificazione. La fantasia e la voglia di autonomia vitale le hanno suggerito una soluzione creativa: ha venduto all’ex marito la sua metà casa, col ricavato ha acquistato un fantastico camper superaccessoriato (autoalimentazione per l’acqua, fornitura di corrente, satellite, terrazza estensibile con bracci meccanici ecc), lo ha arredato nella più maliziosa tradizione provenzale e ha realizzato in un sol colpo tutti i suoi sogni fino ad allora impossibili: mare, solitudine, indipendenza. Per di più le è restato un discreto capitale di cui vivere. Unico piccolo problema: ogni tanto deve spostare di qualche metro il camper, perchè il terreno che ha comprato non può affatto sostenere costruzioni fisse. Cosa importa? La tua casa è dove davvero te la senti tua.