Ricapitoliamo: la pubblicazione di notizie è legittima e seria se le informazioni a) sono vere o verosimili; b) sono esposte in maniera corretta; c) hanno interesse per l’opinione pubblica; la pubblicazione di fotografie è lecita se a) vi è il consenso di chi è raffigurato; oppure b) vi è notorietà della persona ritratta; a meno che c) l’esposizione del ritratto non pregiudichi onore, reputazione o decoro del soggetto; in ogni caso d) gli scatti non devono oltrepassare la soglia della cosiddetta “privata dimora”. Il conflitto da risolvere insomma è tra il diritto di cronaca del giornalista e il diritto alla privacy del soggetto di cui si parla. In questo territorio di contesa creano la loro bella confusione l’interesse economico, la provocazione politica, il morboso guardonismo, il precedente esibizionista e, perché no, il masochismo e l’ignoranza di chi pubblica e di chi è pubblicato. Nel migliore dei casi solo il titillamento del morboso guardonismo dei lettori può spiegare la volontà di pubblicare le foto di un arzillo ex premier ora leader dell’opposizione (?) che passeggia con cinque ragazzotte nella sua supervilla, subito dopo il periodo di Quaresima. Ma allora perché non pubblicare, con la stessa spiegazione e con l’obiettivo identico dello scoop “che ogni direttore sogna”, la foto del portavoce del Governo che ispeziona il mondo dei trans? E’ masochismo o interesse politico? Perché, a ben vedere, se proprio vogliamo fare questioni di lana caprina, la foto del portavoce sarebbe potuta essere considerata pubblicabile in quanto ripresa nella strada, luogo pubblico, e quelle dell’ex premier impubblicabili perché scattate con teleobbiettivi nella privata dimora. E chi ha deciso in senso contrario potrebbe allora difendersi affermando che il portavoce era però seduto sulla sua automobile (da alcune sentenze giudicata “privata dimora”) e il leader dell’opposizione è stato invece colto in un parco troppo ampio per essere considerato “dimora” e tantomeno “privata”. Ritorniamo dunque al diritto di cronaca. C’è interesse dell’opinione pubblica alla vita privata dei politici? Sì, perché i politici sono portatori del mandato e dell’interesse di ogni cittadino. Dunque, il diritto di cronaca, sempre nel rispetto di verità, pertinenza e continenza della notizia, deve potersi esercitare anche intorno ad argomenti, non propriamente di filosofia politica, che riguardano dei personaggi in questione. Ma, ho detto bene, “dei” personaggi. Non di uno solo. Perché un Silvio è pubblicabile e l’altro no? Perché l’uno è interessnate soggetto di scoop e l’altro è oggetto di discreto e caro protezionismo? Così facendo, per quanto banale possa essere la conclusione, non possiamo fare altro che parlare di provocazione politica in pericoloso equilibrio verso il masochismo, tanto è plateale l’odierna scelta di pubblicare, tenuto conto dei fatti notori e della famosa fotografia non pubblicata. Comunque sia, nell’un caso e nell’altro, non se ne può più di questi politici che saranno anche grandi e competenti nel loro ruolo istituzionale, ma che, come uomini inquietano e fanno desiderare ardentemente, più che le quote rosa, il vero e proprio pink power. Nell’attesa, non ci resta che ascoltare spensieratamente Renato Zero e Lucio Battisti che con lungimiranza avevano preconizzato, circa trent’anni fa, il nostro attuale panorama politico. L’uno con “…viva gli amori tuoi che si vestono come vuoi…” e l’altro “…dieci ragazze per me posson bastare…”