Ministro padre

Improvvisamente, il ministro degli esteri inglese ha annunciato di essere entrato in congedo di paternità e ha cancellato tutti i suoi impegni istituzionali, tra cui il programmato incontro con il collega saudita. Incontro che avrebbe dovuto, in qualche modo, “celebrare la lunga relazione di amicizia tra i due paesi”, come si è affrettato a precisare il ministero cui lo stesso Miliband fa capo. Se la decisione di anteporre le responsabilità genitoriali ai doveri connessi al ruolo politico è stata una sonora scusa per “bypassare” l’incontro con il pari grado saudita, ecco il classico esempio di maschio patetico e incapace di sostenere le proprie idee e convinzioni con coraggio e dignità. Se, invece, il ministro Miliband ha realmente preferito i doveri di padre ai compiti istituzionali, è esploso un interessante, e quasi unico, esemplare di maschio post-moderno. Mi spiego. Al di là delle dichiarazioni di facciata del Ministero degli Esteri (ha chiarito che nessun retroscena o mistero si nasconde dietro l’improvviso annuncio di Miliband), le più importanti organizzazioni umanitarie mondiali ci dicono che in Arabia Saudita il rispetto dei più elementari diritti umani non sempre è garantito e le donne sono costantemente oppresse e considerate esseri inferiori. Dunque, se il ministro inglese è, a ragione, severamente critico verso la politica sociale e umanitaria del governo saudita e voleva evitare di “tapparsi gli occhi” per fingere diplomatico apprezzamento al collega, avrebbe dovuto comportarsi da uomo capace e coraggioso: esprimendo pubblicamente il proprio punto di vista col negarsi al collega per questo, oppure criticando apertamente la politica saudita. Così avrebbe potuto raccogliere consensi e stima per la sua ferma presa di posizione e, soprattutto, per l’audacia di sostenere con forza dirompente il proprio pensiero. Sarebbe potuto essere un importante segnale alla faccia delle più sofisticate diplomazie. Se, invece, il suo dissenso verso le discutibili norme e consuetudini saudite in materia di rispetto della dignità umana, si è nascosto dietro la nascita di un bambino, così strumentalizzando la paternità, il ministro britannico è un imbarazzante maschio, patetico e privo del segno fondamentale che ogni uomo deve avere nel suo dna: il fegato di sostenere il proprio pensiero. Ma se ha privilegiato la responsabilità di padre e la solidarietà verso la compagna trascurando spensieratamente il convegno internazionale e l’esercizio del suo ruolo politico, allora il ministro Miliband è davvero un affascinante uomo post-moderno. Dolce, ironico e leggero. Al giorno d’oggi è raro trovare un uomo capace di rinunciare, anche solo per pochi giorni, ai benefici del potere connessi alla competizione lavorativa, ancor più se lo si fa per vivere le emozioni e i sentimenti dell’intimità familiare. In Italia, il congedo di paternità è previsto dalla legge ma è usufruito dal 2% circa degli aventi diritto. Vale a dire che i sentimenti di affetto e responsabilità genitoriale, nella scala gerarchica degli interessi dell’uomo moderno, non sono mai considerati una priorità e, anzi, nella gara (?) tra i valori restano quasi sempre “giù dal podio” a beneficio del successo, del potere e del denaro. In sostanza, se è stata suggerita dal suo senso del dovere paterno, la scelta di Miliband vista la risonanza mediatica mondiale che ha avuto, non lo incoronerà come il miglior ministro degli esteri nel mondo, ma gli regalerà discepoli e seguaci per la gioia di molte donne. Tuttavia io sono maliziosa, anzi perfida e non credo che si debbano avere illusioni in proposito: l’adozione di un bimbo non è certamente un evento improvviso e imprevedibile, il ministro Miliband ha già vissuto la paternità senza congedarsi dal lavoro, la conferenza-incontro con il ministro degli esteri saudita era da tempo programmato, la ragion di stato ha le sue priorità e ancor di più i grossi interessi economici internazionali. Dunque la “sparizione” del padre-ministro è stata un’operazione diplomatica per salvare la relazione dell’Inghilterra con lo stato saudita e per non bruciare la partecipazione inglese alla prossima faraonica opera di modernizzazione delle infrastrutture del Regno annunciata dal governo saudita. Altro che nascita e paternità consapevole! Anche per questa volta, quindi, dimentichiamoci del nuovo maschio post-moderno e continuiamo ad accontentarci dei soliti maschi uguali in tutto il mondo. O no?